(segue) Il Fascismo e il Lavoro
(8 settembre 1927)
[Inizio scritto]
Quando rientrerete nei vostri
Paesi, vi prego di dire che avete visto un'Italia laboriosa e
ordinata che lavora per la sua resurrezione economica, per il
progresso dell'umanità e per la pace delle Nazioni. Vi
ringrazio e vi prego di accogliere il mio cordiale e deferente
saluto.
Questa
prima parte del discorso fu pronunciata successivamente in francese,
in inglese, ed in tedesco. Indi, il Duce proseguì e concluse
in italiano:
Ho parlato nelle lingue principali
del Congresso. Voglio essere gentile con voi nel non infliggervi un
quarto, sia pur breve discorso. Non vi ripeterò che questo
terzo Congresso per l'organizzazione scientifica del lavoro è
pienamente riuscito. Dirò soltanto che io sono un pioniere in
questa materia. Di fatti, ho cercato di applicare in tutti i rami
dell'amministrazione dello Stato i metodi del lavoro scientifico;
precisamente: unità di comando e di direzione, divieto della
dispersione degli sforzi e della energia.
L'uomo è un essere
limitato. Diceva Ernesto Renan che la natura può permettersi
il lusso di compiere degli errori perché ha lo spazio ed il
tempo per sé, quindi vi può riparare. L'uomo, essendo
un essere limitato nello spazio e nel tempo, non può
permettersi il lusso di commettere degli errori, soprattutto a
ripetizione.
Deve seguire nel suo lavoro dei
criteri rigidamente scientifici e razionali. Vi dicevo che questo
Congresso è stato importante ma credo che sarà
soprattutto più importante il dopo congresso, cioè le
visite che i nostri ospiti stranieri faranno in diverse regioni
d'Italia. In queste regioni i nostri gentili ospiti stranieri
potranno constatare lo sforzo di questa Italia che è ancora
oggi poco conosciuta nel mondo.
(segue...)
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