(segue) Sintesi della politica interna ed estera
(15 dicembre 1927)
[Inizio scritto]
In relazione con i due trattati è
stata posta in discussione la situazione tra la Francia e l'Italia.
Astraendo dalle intenzioni, precipitazioni e fantasie di molti
giornali, restano due fatti che permettono di credere ad una
chiarificazione dei rapporti tra i due Paesi: il discorso molto
amichevole del ministro degli Esteri, Briand, e la firma del modus
vivendi.
Io credo che sia possibile, utile
e vorrei aggiungere necessaria, una larga, cordiale, duratura intesa
tra Francia e Italia; ma tale intesa, per essere solida, non può
basarsi su motivi esclusivamente letterari o puramente sentimentali,
bensì sulla eliminazione di quelli che possono costituire
punti concreti di frizione fra i due Paesi. Le normali rappresentanze
diplomatiche affronteranno nel periodo di tempo imminente questi
problemi che non sono né gravi, né insolubili, ma
soltanto delicati, come del resto tutti i problemi della vita e dei
rapporti fra i popoli. Quando le diplomazie avranno compiuto il loro
preliminare e necessario lavoro, sarà logico un incontro fra i
ministri responsabili, i quali, nel breve tempo di una conversazione
non dovranno cercare affrettatamente un accordo, ma soltanto e
solennemente consacrarlo.
Gli avvenimenti di queste ultime
settimane hanno mostrato che l'Italia non è rimorchiata da
nessuno quando sono in giuoco i suoi vitali interessi e che
dall'Italia non partiranno iniziative che possano in qualche modo
turbare la pace del mondo.
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