(segue) La vittoria della Lira
(21 dicembre 1927)
[Inizio scritto]
Il Consiglio dei Ministri può
riconoscere che il livello della rivalutazione, raggiunto in
brevissimo tempo dalla nostra moneta, è notevole e
soddisfacente perché corrisponde all'indice-oro dei prezzi
mondiali e rappresenta il punto in cui tutti gli interessi, nonché
le posizioni debitori e creditori dei privati, dei risparmiatori e
dello Stato, trovano un equitativo equilibrio.
Il Consiglio dei Ministri deve
ricordare che non fu mai nel programma del Governo fascista il
ritorno alla parità oro dell'anteguerra e che il ripristino di
una nuova parità è più agevole con una moneta
che sale piuttosto che con una moneta che precipita. Il Consiglio dei
Ministri constata che da parecchi mesi il cambio è stabile di
fatto attorno alla quotazione prescelta e che a tale quotazione tutte
le forze dell'economia si sono a grado a grado adeguate con una somma
di sforzi e di sacrifici sopportati da tutte le classi con il più
alto spirito di disciplina e di civismo. Il Consiglio dei Ministri
ritiene che, conformemente al parere di tutti i tecnici e
all'esperienza di tutti gli Stati nel dopoguerra, è condizione
necessaria per la sicurezza e per l'avvenire della economia nazionale
che la moneta sia sottratta per sempre alle fluttuazioni più o
meno speculative dei cambi.
Il Consiglio dei Ministri afferma
che esistono le condizioni necessarie e sufficienti per la cessazione
del corso forzoso e per il ritorno al regime aureo e cioè:
1°) la ferma disciplina e la
instancabile operosità del popolo italiano;
2°) il pareggio e l'avanzo nel
bilancio dello Stato;
3°) l'unificazione della
facoltà di missione e la completa autonomia della Banca di
emissione;
4°) la massa dei segni
monetari notevolmente ridotta;
(segue...)
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