Agli ufficiali superiori dei Carabinieri
(18 febbraio 1928)


      Gli ufficiali generali e superiori dell'Arma dei Reali Carabinieri si riunirono a gran rapporto la mattina del 18 febbraio. Ad essi il Duce rivolse le seguenti parole:

      Signori Ufficiali!
      L'anno scorso, iniziando la serie dei grandi rapporti annuali, vi davo una consegna. Questa consegna era compendiata in cinque punti:
      1°) Vigilare sugli irriducibili nemici del Regime, non perché rappresentino un pericolo concreto, ma perché la loro melanconia non deve minimamente turbare la pace produttiva e il tranquillo lavoro del popolo italiano.
      2°) Reprimere tutti i residui di illegalismi e di faziosità locali.
      3°) Non dar tregua alla delinquenza comune. 4°) Imporre a tutti, inflessibilmente, il rispetto alla legge.
      4°) Dire la verità ai capi ed a me, perché chi dice mezza verità inganna il suo capo, e chi la nasconde è reo di tradimento.
      Dopo un anno sono lieto di constatare che questa consegna è stata diligentemente, vorrei quasi dire religiosamente, tenuta. Né poteva essere diversamente, né poteva pensare diversamente chi conosca la storia nobilissima della vostra Arma.
      L'azione pronta, giusta, calma, dell'Arma dei Carabinieri si impone come sempre, non soltanto al rispetto ed all'ammirazione degli italiani, ma oggi, all'ammirazione di tutto il mondo. La consegna è stata tenuta perché tutti coloro che potevano illudersi di turbare il normale svolgimento della vita della Nazione sono stati eliminati.
      Si può affermare che gli sporadici residui di illegalismi, i quali non avevano più alcuna giustificazione idealistica e che erano quasi sempre il risultato di piccole passioni faziose o di interessi personali, sono dovunque e completamente finiti.

(segue...)