Diaz
(1 marzo 1928)


      Il 29 febbraio 1928 si spense improvvisamente il Maresciallo d'Italia Armando Diaz, condottiero della vittoriosa guerra contro l'Austria. Il giorno seguente nella tornata del 1° marzo, alla Camera dei Deputati, dopo il discorso commemorativo del presidente della Camera, On. Casertano, il Duce pronunziò, tra il religioso silenzio dell'assemblea, il seguente discorso:

      Onorevoli camerati!
      Dal momento in cui la notizia della morte del Duca della Vittoria, del Maresciallo d'Italia, Armando Diaz, è stata diffusa nel mondo, un velo di profonda tristezza avvolge l'animo del popolo italiano. Più acuta ancora, questa tristezza, percuote l'animo dei Combattenti, che vissero la grande guerra e conobbero, guidati da Diaz, la suprema ansietà e la divina certezza della Vittoria. Oggi è giorno di dolore per tutti i fanti, che balzarono dalle trincee, per tutti i soldati d'Italia. Forse anche i non dimenticabili morti che dormono nei bianchi cimiteri delle Alpi o nella vasta, ferrigna necropoli di Redipuglia, si sono sentiti sfiorati stanotte dall'anima non più terrena del loro Condottiero.
      La sua vita con una sola parola potrebbe essere esaltata e conchiusa: «dovere». Questa parola religiosa e guerriera fu per lui norma e ideale. Vi è un momento della sua carriera militare che caratterizzi lo spirito di Armando Diaz: il suo volontario passaggio nelle fanterie, le fanterie mobili e sacrificate che non hanno mai contato i loro caduti, né mai misurato il loro sangue. Quale comandante di fanti, Armando Diaz partecipò alla guerra libica ed alla testa delle sue truppe fu gravemente ferito in combattimento.
      Intanto montavano agli orizzonti dell'Europa tormentata e divisa i nembi annunciatori della tempesta. La guerra mondiale trovò Armando Diaz comandante di una Brigata, la «Siena». I primi anni di guerra egli li visse nell'adempimento quasi anonimo del suo dovere. Partecipò alle spallate del Carso, fu una seconda volta ferito, combatté, soldato tra i soldati.

(segue...)