(segue) Per l'Alto Adige
(3 marzo 1928)
[Inizio scritto]
Comprendendo che sul terreno
diplomatico non è possibile entrare, e lo stesso mons. Seipel
vi si è rifiutato, si tenta di portare la questione sul
terreno politico sentimentale e si parla di sistemi di tirannia, di
fratelli torturati, di gente sgozzata dalla barbara dittatura
fascista. Tutto ciò, prima di essere falso, è
superlativamente ridicolo. Noi non siamo gli allievi dell'Austria che
durante un secolo popolò di carnefici le contrade di mezza
Europa, riempì di martiri le prigioni, rizzò
ininterrottamente le forche. Le atrocità fasciste sono una
invenzione di cattive fantasie. Di due allogeni soli, mandati al
confino, uno fu quasi immediatamente liberato; l'altro ha avuto una
riduzione di pena, e sarebbe stato liberato, se non ci fosse stata
una campagna all'estero. Uno Stato che si rispetti non tollera simili
interventi stranieri. Il democratico repubblicano Fuller, governatore
del Massachusetts degli Stati Uniti d'America ci ha fornito in
proposito un clamoroso esempio.
Gli individui di cui parlo non
furono mandati al confino perché tedeschi, ma perché
antifascisti cioè controrivoluzionari. I documenti della
barbarie fascista a ciò si riducono. Nient'altro. Lo stesso
Kolb ha parlato vagamente di una «pressione» senza
specificare. Ma anche questa pressione contro la lingua, il costume,
le tradizioni locali, non esiste. Sta di fatto che a tutt'oggi, dopo
sei anni di Regime fascista, si stampano ben quindici giornali in
lingua tedesca nella provincia di Bolzano, giornali politici,
economici, religiosi, letterari, scolastici. Poiché la nostra
grande longanimità è stata male interpretata, do
l'ultimo avvertimento: continuando la campagna antitaliana di oltre
Brennero, il destino di tutte queste pubblicazioni in lingua
straniera sarà segnato: verranno soppresse.
Per quanto concerne le «pressioni»
sugli allogeni è opportuno sapere e far sapere che ben
trecentosettantasei sono ancora gli impiegati alloglotti nella città
di Bolzano e seicentosessantaquattro nella provincia. Poiché
tutto ciò non viene apprezzato, tutti questi elementi saranno
posti prossimamente al bivio: o trasferimento in altre provincie del
Regno od esonerati e sostituiti. Affermo con tranquilla coscienza che
nessun atto di persecuzione è stato compiuto contro gli
alloglotti della provincia di Bolzano, anche perché quella
popolazione, prevalentemente rurale, è calma, disciplinata,
accetta il Regime, non ascolta le vociferazioni d'oltre Brennero, e
chiede soltanto di essere lasciata tranquilla. Il recente
assolutamente spontaneo telegramma di cinquanta albergatori della
provincia di Bolzano diretto ai giornali viennesi per smentire le
menzogne, è la prova di quanto affermo. Così come i
telegrammi da Bressanone, da Brunico, e il voto delle Camicie Nere
allogene della Legione altoatesina.
(segue...)
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