Agli industriali
(22 giugno 1928)


      A Roma, il 22 giugno 1928, all'Assemblea della Confederazione Generale Fascista dell'Industria Italiana, tenuta in Roma al Teatro Augusteo, rispondendo alla relazione dell'On. Benni, il Duce pronunciò il seguente discorso:

      Camerati! Signori!
      Questa vostra adunata segna una data memorabile nella storia della giovane ma già forte industria italiana. Come il vostro Presidente ha detto nella sua esauriente e fervida relazione, è questa la prima adunata di tutti gli industriali italiani. Adunata, non congresso, nel senso tradizionale e forse un poco arcaico della parola, e quindi non avrà lo svolgimento dei congressi, con discussioni più o meno oziose e ordini del giorno più o meno indovinati.
      Adunata, secondo lo stile fascista, e cioè pochi discorsi, ma buoni, poche deliberazioni, ma precise, e sopra tutto lo spirito di solidale e consapevole disciplina nell'unità degli sforzi e degli obbiettivi, per cui io reputo il valore di questa adunata molto importante dal punto di vista politico e morale. Ecco raccolti in Roma, nel sesto anno del Regime, migliaia e migliaia di industriali, che vengono da tutte le regioni, che rappresentano tutta la gamma delle possibilità, che hanno dato piena adesione al Regime: il mondo deve prenderne atto, poiché nel mondo non si è ancora veduto lo spettacolo di un'assemblea come questa. A darvi particolare rilievo, non è soltanto il numero e lo spirito, ma la presenza del Segretario del Partito e quella degli organizzatori dei Sindacati operai fascisti: il primo a ricordare che, senza il Partito e la profonda rivoluzione operata dalle Camicie Nere, non sarebbe stata possibile e nemmeno pensabile questa grandiosa assemblea; gli altri, a provare che la collaborazione è un fatto oramai entrato nel costume e che si appalesa dalla presenza o dall'assenza in determinate manifestazioni.

(segue...)