Italia e Grecia
(24 settembre 1928)
Nello stesso
giorno, 24 settembre 1928, venne firmato in Roma il Trattato
d'amicizia e di conciliazione fra l'Italia e la Grecia. Al banchetto,
offerto in onore della Grecia, il Duce fece le seguenti
dichiarazioni:
I sentimenti profondamente
cordiali coi quali il Governo di S. M. e il popolo italiano, di cui
mi rendo interprete nel dare a V. E. il benvenuto in Roma, hanno
accolto la Sua gradita visita sono quelli stessi che informano i
rapporti di amicizia esistenti e ormai definitivamente consacrati tra
i due Paesi. Governo e popolo italiano apprezzano altamente che
l'E.V. subito dopo l'assunzione al Governo della Repubblica, abbia
voluto riprendere i suoi contatti coi Governi d'Europa, iniziando le
sue visite dall'Italia. Tale atto risponde evidentemente alla natura,
alla storia e ai destini dei due popoli mediterranei. Grecia e
Italia, che furono sorgenti di cultura e di civiltà irradiate
dal Mediterraneo a tutto il mondo, trovano in questo passato una base
spirituale importantissima per i loro rapporti nel presente e nel
futuro.
A tale missione s'informano
naturalmente anche le relazioni politiche tra i due Governi che
regolano le sorti di popoli vicini, la cui energia costituisce una
sicura garanzia per i compiti che essi sono storicamente chiamati ad
assolvere. V. E. sente, e lo ha dimostrato con la sua alacre azione
di Governo, tutta la portata di questa affermazione. Il Governo
italiano ha sempre avuto una chiara visione dell'importanza del
fattore ellenico nell'Oriente europeo, e con ferma fiducia abbiamo
seguito lo sforzo compiuto dalla Grecia per consolidare le posizioni
acquistate e farne base, sotto la guida salda dell'E. V., del suo
continuo progredire. Una tale visione ci conforta nella profonda
convinzione che una intima e sincera collaborazione tra i due Stati
sarà efficace e diventerà intima e sincera
collaborazione tra i due popoli. È questo lo spirito che ci ha
animati nel concludere il Trattato che abbiamo insieme firmato
stamane. Esso non può essere accolto che col massimo favore da
quanti hanno reale interesse al mantenimento della pace e al più
proficuo sviluppo dei rapporti con gli Stati mediterranei orientali.
(segue...)
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