Ai rurali d'Italia
(3 novembre 1928)


      Il 4 novembre 1928 si celebrò il Decennale della Vittoria: la grande ricorrenza trovò il paese in una atmosfera serena, libero ormai per sempre dalle insidie politiche del passato, degno di celebrare la data sacra agli Italiani con fervida fede, nella fecondità delle opere attive. Il giorno precedente l'anniversario, 3 novembre 1928, convennero a Roma, i rurali delle varie regioni d'Italia: ad essi il Duce rivolse le seguenti parole:

      Agricoltori d'Italia!
      Roma vi ha accolto con la sua più fraterna simpatia; il tempo poteva essere più benigno, ma voi siete abituati ai capricci dell'atmosfera.
      Non è senza un profondo significato che voi siete oggi qui adunati in questa piazza che è il cuore di Roma, vigilata dalla grande ombra del Fante Ignoto che forse era uno dei vostri, e non è senza significato che siete convocati a Roma il 3 novembre, vigilia di quel Decennale della Vittoria, che fu sopra tutto uno sforzo dei rurali d'Italia, che non occupavano le officine, ma le trincee.
      Voglio, in primo luogo, salutare i pionieri dell'agricoltura delle nostre Colonie, i contadini delle terre redente che sono ormai fieri di partecipare alla famiglia della Patria comune; voglio salutare i siciliani, i rurali della grande Isola, i quali possono oggi attendere con perfetta tranquillità ai lavori, perché il Governo ha stroncato, col ferro e col fuoco, la superstite delinquenza delle campagne. Saluto tutti i rurali, e in primo luogo le vostre donne, che vi hanno accompagnato a questa adunata dal Piemonte alla Puglia, dal Veneto alla Sardegna. Voi sapete che il Governo fascista ha fatto molto per gli agricoltori italiani; ma quello che ha fatto è ancora poco; molto resta ancora da fare e molto sarà fatto.

(segue...)