(segue) Il Decennale della Vittoria
(4 novembre 1928)
[Inizio scritto]

      Quarta verità, più solare che mai: questa guerra, che è stata la prima e forse l'unica nella storia sino a oggi, alla quale ha partecipato tutto il popolo italiano, ha rivelato di quale tempra siano i combattenti italiani. Vi sono pagine di eroismo incomparabili, pagine di eroismo leggendario, tanto nella guerra terrestre quanto nella guerra del mare e nella guerra del cielo. Dopo la grande Vittoria ci fu un periodo di incertezza che ci ha fatto molto soffrire; ma, quinta e ultima verità: a un certo momento un manipolo di uomini che venivano dalla trincea riprese nel pugno il vessillo della Vittoria e la Vittoria, nell'ottobre 1922, fu riscattata e per sempre.
      Camerati! La portata storica e rivoluzionaria della guerra e della Rivoluzione delle Camicie Nere sta in ciò: che finalmente dalle Alpi alla Sicilia, c'è un solo popolo unito, concorde, disciplinato, deciso a fare la grandezza, la potenza della Patria.
      Camerati, il mio discorso si conclude con una domanda.
      Ripeto: il mio discorso si conclude con una domanda; ma prima di rispondere, pensate che il grande Re, il Padre della Patria vi guarda, e il Fante Ignoto vi ascolta: se sarà necessario, farete domani quello che avete fatto, che facemmo ieri?
      (Da tutti i petti erompe un formidabile «Sì!»).
      Allora portate l'eco di questo solenne giuramento in ogni angolo della Patria: Viva l'Italia!