Una consegna
(22 dicembre 1928)
Nello stesso
giorno, 22 dicembre 1928, il Duce presenziava all'insediamento del
nuovo presidente del Consiglio di Stato, prof. Santi Romano. In tale
occasione Egli pronunziava questo discorso che integrava, per ciò
che concerne il Consiglio di Stato, le dichiarazioni fatte alla
Camera dei Deputati e al Senato del Regno per la chiusura della XXVII
Legislatura. Questi tre discorsi chiudono l'attività del 1928
e formano un tutto unico, da cui emergono in forma conclusiva i
lineamenti dello Stato Fascista e della vita politica e nazionale
creata dalla Rivoluzione negli anni di battaglia e di costruzione
intensissima, intercorso fra il 28 ottobre 1922 e il dicembre 1928.
Essi segnano una tappa compiuta e fissano le direttive di marcia per
l'avvenire.
Signori!
Ho voluto intervenire di persona
alla cerimonia di insediamento del nuovo Presidente del Consiglio di
Stato, prof. Santi Romano, poiché tenevo a sottolineare
l'interesse del Governo fascista all'alta funzione che il Consiglio
di Stato è chiamato ad esplicare nella attività
generale del Regime.
Uno storico acuto scrisse che la
guarigione di uno Stato malato si può iniziare sia dal basso
che dall'alto, per mezzo dell'amministrazione o per mezzo della
costituzione. Noi la abbiamo iniziata dall'alto e dal basso,
sforzandoci al tempo stesso di riformare la costituzione e di
migliorare l'amministrazione. Prima che il Fascismo assumesse il
Governo d'Italia con la Rivoluzione dell'ottobre 1922 vi erano: in
alto le barriere dei partiti che avevano ridotto l'esercizio della
sovranità alla gestione irresponsabile di un'accomandita
commerciale, in basso l'amministrazione asservita all'alterna vicenda
delle fazioni, priva di spirito proprio, scettica e senza alcuna fede
in una superiore missione di civiltà.
(segue...)
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