All'Assemblea quinquennale del Regime
(10 marzo 1929)
Il 10 marzo, al
Teatro Reale dell'Opera, tenendosi la prima solenne Assemblea
quinquennale del Regime, davanti ad un pubblico di autorità e
di gerarchi, l'on. Mussolini pronunziò il seguente discorso:
Eccellenze! Camerati! Signori!
Questa prima Assemblea
quinquennale del Regime è un fatto nuovo nella storia d'Italia
e del mondo. Quinquennale, perché si terrà ad
intervalli di un lustro, dimodoché la prossima avrà
luogo nel 1934 - anno 12°, Assemblea del Regime, perché
raccoglie tutte le forze vive ed operanti della società
nazionale, tutti gli uomini che stanno con responsabilità e
funzioni definite al vertice delle gerarchie e convergono nella loro
azione a un solo fine.
Il fatto che tale assemblea sia
regolarmente convocata alla vigilia di un'elezione a carattere
plebiscitario, non deve trarre in inganno. Questa non è
un'assemblea elettorale. È piuttosto il gran rapporto dello
Stato maggiore della Nazione.
Il mio discorso sarà
sintetico all'estremo e non avrà nulla di assolutamente o
relativamente nuovo per voi protagonisti della storia che si fa. Più
che l'episodio imminente, esso considera il passato e guarda il
futuro. Ma questo sarà più ampiamente prospettato nel
discorso della Corona, il 20 aprile. Il carattere totalitario della
lista e del Regime dispensa, completamente, da quei motivi politici,
— spesso di cattivo genere —, che in tempi di ludi
cartacei deliziavano e avvilivano la vecchia Italia ante 1922.
La nuova legge elettorale, che è
la logica e legittima conseguenza della profonda trasformazione
costituzionale dello Stato e della creazione dei nuovi istituti
corporativi, ha funzionato egregiamente. La nuova Camera sorge
attraverso una duplice selezione e una consacrazione di popolo, e
questo popolo è distinto dal punto di vista della sua
capacità. Tutte le forze hanno avuto modo di farsi
rappresentare, anche quelle che un tempo, — in regime di
contrastanti partiti —, venivano regolarmente ignorate.
Scomparso tutto il tristo corteo di inganni, di pastette, di
violenze, che accompagnavano fatalmente le cosiddette battaglie
elettorali di una volta, la stessa elezione viene elevata di colpo.
Si vota per un'idea, per un Regime, non per uomini.
(segue...)
|