(segue) All'Assemblea quinquennale del Regime
(10 marzo 1929)
[Inizio scritto]
In tutte le città d'Italia
il Regime ha lasciato tracce della sua attività. Talune di
esse furono elevate alla dignità di capiluoghi di provincia.
Tutte ebbero provvidenze di carattere edilizio, igienico, scolastico,
amministrativo. Roma ebbe, come di ragione, un ordinamento suo
particolare.
Una Nazione esiste in quanto è
un popolo. Un popolo ascende in quanto sia numeroso, laborioso e
ordinato. La potenza è la risultante di questo fondamentale
trinomio. Bisogna cominciare dall'inizio di ogni vita. A ciò
provvede una creazione tipica del Regime: l'Opera nazionale per la
Maternità e l'Infanzia; nel 1928, 79 milioni sono stati
impiegati a tale scopo.
Le generazioni che si affacciano
devono trovare delle scuole. Migliaia di edifici scolastici sono
stati costruiti: aiuti imponenti furono concessi a molte Università.
Il Regime ha realizzato una riforma scolastica che ha dato un nuovo
stile all'insegnamento, ripristinando la necessaria disciplina e
quella dignità che gli studi avevano perduto col prevalere
sulle tradizioni correnti umanistiche di altre tendenze a fini
immediati. L'istruzione pubblica ha compiuto un formidabile sbalzo
innanzi: le scuole elementari sono cresciute di numero e trovano il
loro complemento nel corso triennale di avviamento al lavoro. Le
scuole medie si sono arricchite del liceo scientifico e dell'istituto
magistrale. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l'Accademia
d'Italia costituiscono il coronamento dell'edificio della coltura
italiana.
Tutto il sistema scolastico
italiano è oggi pervaso dallo spirito della guerra vittoriosa,
e da quello della rivoluzione fascista. Accanto alle scuole, e quasi
ad integrazione delle scuole, la gioventù è raccolta
nei Balilla e negli Avanguardisti, speranza ed orgoglio della Patria.
Il popolo che lavora è
inquadrato nelle istituzioni del Regime: attraverso il sindacalismo e
il corporativismo tutta la Nazione è organizzata. Il sistema
che si basa sul riconoscimento giuridico dei Sindacati professionali,
sul contratto collettivo, sul divieto di sciopero e di serrata, sulla
Carta del Lavoro, documento fondamentale, di cui si valuterà
la portata sempre maggiore, sulla Magistratura del lavoro, si è
già appalesato vitale.
(segue...)
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