(segue) All'Assemblea quinquennale del Regime
(10 marzo 1929)
[Inizio scritto]
Tutta l'attività del Regime
si svolge attraverso gli organi della burocrazia. La massa dei
funzionari ufficiali e, in genere, dei dipendenti dello Stato, merita
un elogio. Ha lavorato con coscienza, con disciplina, con onestà.
Le condizioni di questi uomini che, con frase un po' sciupata, ma
tuttavia piena di gravità, si chiamano servitori dello Stato,
non sono brillanti.
In questa semplice constatazione
voi potete scorgere un proposito di migliorarle. Ciò avverrà
per naturale sviluppo di cose, per insindacabile decisione del
Governo, al momento opportuno, senza bisogno di esterne
sollecitazioni o richieste. Come sembrano lontani i tempi in cui
pochi dissennati dipendenti dello Stato italiano facevano del
sindacalismo scioperante e scioperaiolo!
Proiezione della potenza della
Patria sono i possessi e le Colonie. Il Dodecaneso è fuori
questione, ormai, e Rodi ritorna ad essere la perla latina
dell'Oriente. Pacificata e consolidata la Somalia, dall'Oltre Giuba
alla Migiurtina, risorta Massaua; progredite le Colonie mediterranee,
unite sotto lo stesso comando, Tripoli e Bengasi sono ormai presenti
allo spirito degli Italiani come le città della madre Patria,
centinaia di pionieri vi si dirigono, la steppa vi si colora di verde
e si punteggia di case mentre sulle dune, — spettacolo non più
visto da secoli —, si allineano siepi di alberi. Intanto dalle
sabbie africane, molto più benigne dei barbari, risorgono
quasi intatti i monumenti immortali della conquista e del genio di
Roma.
Non solo degli Italiani viventi in
Italia il Regime si è preoccupato, ma anche dei dieci milioni
di Italiani sparsi per il mondo, ai quali fa giungere la voce della
Patria attraverso una rete telegrafica italiana e ai quali ha dato un
senso d'orgoglio come non fu mai dall'unità della Patria.
Il quadro di tutto ciò che
il Regime ha fatto per lo Stato e per il popolo è ben lungi
dall'essere completo. Vi sono altre attività che vanno
ricordate: l'organizzazione sportiva e l'educazione fisica, con stadi
e palestre non indegne per amplitudine di quelle dell'antica Roma: il
Dopolavoro; il complesso delle manifestazioni artistiche, non più
abbandonate ai singoli o a gruppi, ma stabilite per legge; la
ridonata dignità ai nostri massimi teatri; il ripristino e la
scoperta delle antiche vestigia che testimoniano di quella
meravigliosa storia che è, prima e dopo Cristo, la storia di
Roma.
(segue...)
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