(segue) Ai Mutilati d'Italia
(4 novembre 1929)
[Inizio scritto]

      Ma i popoli e gli individui non avrebbero avvenire se non facessero tesoro prezioso dell'esperienza del passato; quindi è evidente che noi non ripeteremmo quegli errori perché li abbiamo vissuti e li documentiamo oggi nella nostra coscienza: siamo fermamente decisi a non ripeterli.
      Camerati!
      Si parla molto di pace nel mondo: oserei dire troppo. Ma questo non ci deve minimamente illudere, anche perché nessuno francamente ed effettivamente disarma. Noi siamo un popolo che sale: ne ho la profondissima convinzione. In questi ultimi tempi, dall'esame attento dei dati della nostra vita nazionale, mi sono convinto che noi stiamo veramente diventando quegli Italiani che Massimo d'Azeglio augurava all'Italia.
      Di quest'Italia siete la parte più eletta, siete la vera e propria aristocrazia. Da questa vostra adunata sale un monito, ed è questo: che, se necessario, tutti i combattenti sono pronti a combattere e a vincere ancora.