Ai Veliti del grano
(8 dicembre 1929)


      L'otto dicembre, premiandosi i vincitori della Battaglia del grana, il Duce tenne nella sala del Teatro Argentina il seguente discorso:

      Camerati agricoltori!
      Siamo entrati con l'anno VIII nel quinto anno della battaglia del grano. È opportuno rinfrescare le memorie e dare uno sguardo al passato prima di procedere oltre. La decisione di intraprendere la battaglia del grano fu presa da me in data 11 giugno 1925, e fu annunciata in un comunicato nel quale si dava cenno di un colloquio col dott. Franco Samarani e i signori Peotti, Aloi, Folloni e Nicola, tecnici agricoli che lo accompagnavano.
      In data 4 luglio fu costituito con R. decreto legge il Comitato permanente del grano. In data 24 luglio fu ristabilito il dazio doganale nella misura di L. 7,50 oro. Successivamente furono presi e attuati una serie di provvedimenti, con relativi stanziamenti, cioè fondi in denaro, che voi conoscete e che un opuscolo opportunamente raccoglie. Il 30 luglio ricevevo le rappresentanze dei Sindacati agricoli a Palazzo Chigi, e specificavo che la «battaglia del grano aveva per scopo di liberare il popolo italiano dalla servitù del pane straniero». In data 11 ottobre, nell'allora teatro Costanzi distribuii dei premi agli agricoltori che avevano preso parte al Concorso del grano d'iniziativa privata, e specificavo che si trattava di «aumentare il rendimento medio per ettaro: tanto per cominciare, da uno a due quintali». Quel breve discorso lo chiudevo salutando i contadini «in guerra e in pace quali forze fondamentali per le fortune della Patria».
      Il fervore dei campi era altissimo, ma non mancavano gli scettici, i rassegnati, i rimorchiati. Ci sono in tutti gli eserciti e in tutte le guerre. Il raccolto del grano nel 1925 era salito a quintali 65.548.000, quello del 1926 discese a 60.050.000. Più grave diminuzione si ebbe in Francia da 90 a 63, ma gli scettici di cui sopra cominciarono a «soffiare» — e la battaglia era impegnata — che la vittoria era molto lontana se non del tutto impossibile.

(segue...)