Compiti della Corte dei Conti
(25 gennaio 1930)
Il 25 gennaio S.
E. il Capo del Governo - presenziando alla seduta della Corte dei
Conti per la deliberazione sulla parificazione del Rendiconto
Generale dello Stato per l'esercizio finanziario 1928-1929 - indicò
i compiti essenziali dell'altissimo Ente statale:
Signor Presidente! Eccellenze!
Signori!
Il significato della mia
partecipazione a questa vostra solenne ed importante funzione, è
di una chiara evidenza, quando si ricordi il discorso da me
pronunziato in data 14 settembre dell'anno VII a Palazzo Venezia.
Annunciai in quella occasione, che
taluni istituti fondamentali dello Stato a carattere
superministeriale sarebbero passati alle dirette dipendenze del Capo
del Governo, in base alla legge del Primo Ministro. La Corte dei
Conti è fra questi istituti, e il mio intervento, qui, oggi,
sta a dimostrare che la nuova posizione della Corte dei Conti è
ormai da considerarsi un fatto compiuto.
Accogliete dunque, Eccellenze,
Signori, il mio saluto cordiale e riconoscente, non solo nella mia
qualità dì Capo del Governo fascista, ma anche di
cittadino che intende onorare la Corte dei Conti, di cui conosce la
storia legata alle vicende del nostro Risorgimento e l'opera
costantemente ispirata dal supremo interesse dello Stato.
Non è a voi che è
necessario ricordare le origini della Corte dei Conti, dalle prime
impostazioni cavouriane del 1852 al successivo progetto Bastogi e
finalmente al disegno di legge presentato da Quintino Sella e
diventato la legge 14 agosto 1862, dopo un movimentato, diligente e
severo dibattito nei due rami del Parlamento. Ma è con sottile
emozione che si rileggono i discorsi pronunciati alla seduta
inaugurale della Corte, avvenuta a Torino il 1° ottobre dell'anno
del Signore 1862, come si legge nel processo verbale.
(segue...)
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