(segue) Per il Consiglio Nazionale delle Corporazioni
(21 aprile 1930)
[Inizio scritto]

      L'agricoltura sarà sempre la branca dell'economia più aiutata, non solo per le ragioni di ordine generale che ispirano la politica del Regime, ma per il fatto che centinaia e centinaia di milioni di piccolo risparmio rurale si sono volatilizzati in quest'ultimo quinquennio per il crollo di una miriade di banche e banchette, spesso improvvisate, e per il fatto che se di «crisi» si può parlare, ciò si riferisce prevalentemente all'agricoltura, dove il processo di adeguamento tra prezzi e costi è più arduo da raggiungere, dato il più lento ritmo produttivo dell'economia rurale.
      Ma la misura che deve coronare tutte quelle già ricordate e quelle in preparazione è il pagamento effettivo del debito pubblico consolidato, la «manomorta» della finanza italiana. Ben un quarto delle entrate totali dello Stato sono devolute al pagamento degli interessi, ma è ancora più grave la situazione dei portatori, i quali non possono riscuotere la loro cambiale perché consolidata, né realizzarla se non correndo il rischio di svenderla.
      Per garantire la riforma monetaria fu necessario bloccare; oggi è urgente sbloccare, rimettere in circolazione questa ricchezza che stagna. Bisogna insomma pagare sin dalle prime scadenze dei buoni novennali: cominciare a pagare effettivamente, tangibilmente il debito pubblico.
      Camerati, signori, questa è la politica che il Governo fascista intende attuare e attuerà per facilitare l'ulteriore progresso dell'economia italiana, per agevolare il vostro stesso compito. Il regime corporativo è in atto, non solo da oggi, e ha superato le prove di questi ultimi anni. Ha dimostrato la sua utilità e la sua fecondità, specie nei tempi duri che abbiamo attraversato.
      Mettetevi al lavoro, in questo nuovo istituto, nuovo nell'Italia e nel mondo, con alto senso di responsabilità, con visione non unilaterale ma globale dei problemi che saranno sottoposti al vostro esame, con spirito di schietta, moderna, fascistica collaborazione, e il Consiglio Nazionale delle Corporazioni risponderà agli obbiettivi per cui fu creato: aumentare la potenza e il benessere del popolo italiano.

(segue...)