(segue) Messaggio al Popolo Americano
(1 gennaio 1931)
[Inizio scritto]

      I terribili ricordi di quel tempo, quando l'acciaio rovente falciava tante giovani generazioni, non sono svaniti dalla mia memoria. Una guerra, oggi, anche se scoppiasse tra due sole Nazioni, diverrebbe fatalmente universale. E allora tutta la civiltà sarebbe messa a repentaglio. La guerra di domani, con le nuove scoperte della scienza, sarebbe anche più terribile che non la guerra di ieri. Non i combattenti soltanto rischierebbero la morte, ma intere popolazioni sarebbero messe in pericolo, senza la possibilità di efficace difesa.
      L'Italia, come già dissi, non prenderà mai l'iniziativa di una guerra. La preparazione della nostra gioventù è fatta per ringagliardire la razza e darle le attitudini al «Self control», al senso di responsabilità e di disciplina. Le nostre relazioni commerciali con la Russia ci sono utili per la nostra situazione economica, ma non influiscono sulla nostra politica interna. Fascismo e bolscevismo sono sempre agli antipodi nella teoria e nella pratica. Lo dimostra il fatto che la terza internazionale di Mosca lancia continui appelli ai proletari per combattere a fondo il Fascismo.
      So che in America si è seguito il recente movimento economico italiano. Esso, cominciato con la riduzione degli stipendi per equilibrare il bilancio dello Stato, è ormai vittorioso, perché i prezzi al dettaglio sono diminuiti. Lo Stato corporativo ha funzionato in pieno, perché tutte le categorie, industriali, operai, agricoltori, impiegati, contadini, commercianti, hanno compreso la necessità e l'utilità del movimento.
      Un problema che preoccupa l'Italia, come quasi tutti i paesi del mondo, è la disoccupazione. Anche noi abbiamo mezzo milione di disoccupati: di essi 100.000 sono donne e 250.000 sono operai dell'agricoltura e dell'industria edilizia, che non possono lavorare d'inverno. Io sono contrario al sistema del sussidio di disoccupazione. Preferisco i lavori pubblici, che aumentano l'efficienza materiale del paese. Il sussidio di disoccupazione abitua l'operaio al suo stato di disoccupato. Malgrado i disoccupati, il popolo italiano è tranquillo e calmo, tutte le voci sparse sono menzogne.

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