Agli artisti della Quadriennale
(3 gennaio 1931)
Sabato, 3 gennaio,
in Roma si è data «la vernice» alla prima
Esposizione Quadriennale d'Arte Nazionale. Dopo i discorsi del Sen.
Di San Martino e dell'On. Oppo, ha preso la parola S. E. il Capo del
Governo:
Avete udito due interessanti
discorsi: il primo, lirico, del mio amico sen. Di San Martino; il
secondo, meno lirico, ma più aderente alla realtà, del
camerata Oppo. Tanto nell'uno quanto nell'altro discorso vi sono
delle affermazioni notevoli. Prima: questa esposizione è, anzi
tutto, una imponente fatica; abbiamo dovuto, dico abbiamo, senza
false modestie, abbiamo dovuto cominciare dal Palazzo stesso, da
molte cose di ordine materiale, legate all'edificio. Questo è
il vostro merito, camerata Oppo, nessuno ve lo può negare, né
togliere; così nessuno potrà accusarvi di avere
preparato una esposizione di parte. Io credo che vi si potrà,
al caso, rimproverare un eccesso di generosità...
Però, tutto sommato, avete
fatto bene, perché altrimenti si sarebbe detto che la prima
esposizione nazionale a Roma era l'esposizione di una determinata
tendenza, di un determinato gruppo, di un determinato cenacolo. Qui
ci sono tutti: dai veterani ai giovanissimi ed anche agli sconosciuti
ed è una bella esposizione, una esposizione che onora l'arte
italiana. Tutto ciò è dovuto allo spirito di disciplina
possibile anche agli artisti.
Voi avete accennato agli aiuti di
ordine materiale e finanziario dati dal Governo a questa esposizione
e ad altre manifestazioni del genere. Non sono stati molto
importanti, dati i bisogni e dati gli obbiettivi; ma voi intendete
perché. Tuttavia, più che della cifra, più che
della misura, dovete tenere conto della inspirazione, cioè
dell'indirizzo politico. L'arte è sempre stata una delle
grandi forze spirituali d'Italia, anche nei periodi di decadenza
politica, anche nei periodi nei quale l'Italia era una popolazione
divisa. Oggi invece l'Italia è un grande popolo. In queste
condizioni l'arte mi piace ancora di più, perché non è
legata ad un periodo di decadenza politica, ma ad un periodo di
ascensione politica e morale.
(segue...)
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