Tommaso Tittoni
(16 marzo 1931)


      Al Senato, nella tornata del 16 marzo, dopo la commemorazione di S. E. Tommaso Tittoni, pronunciata dal Presidente del Senato S. E. Federzoni, ha preso la parola, su lo stesso tema, S. E. Mussolini.

      Onorevoli Senatori!
      Mi sia consentito di aggiungere a nome del Governo e mio, poche parole alle così eloquenti e commosse pronunciate dall'illustre Presidente della vostra Assemblea.
      È un omaggio che io desidero rendere alla memoria di Tommaso Tittoni; omaggio rattristato dalla malinconia del rimpianto. Ebbi la ventura di personalmente conoscerlo, di aver alcuni anni di deferente amicizia con lui dopo la Rivoluzione fascista.
      Ero ansioso di sapere quale sarebbe stato l'atteggiamento di lui di fronte al vittorioso evento compiuto. Uomini che potevano dirsi appartenere globalmente alla sua parte erano passati più o meno clamorosamente all'opposizione; altri sembravano tenersi ad una linea di condotta di prudente e diffidente attesa; altri, infine, si schierarono senza indugio tra le file dei sostenitori del Regime. Tra questi ultimi, la figura di più alto rilievo politico e morale fu Tommaso Tittoni. Ripensandoci si è indotti a constatare che Tommaso Tittoni, giunto al crepuscolo della sua vita operosa, fu di una perfetta coerenza non solo con tutto il suo passato di patriota, di liberale di destra, di uomo di Governo, ma anche con le sua tradizione familiare.
      Ricordo che il padre fece parte della commissione che portò a Firenze al Gran Re i risultati unanimi del Plebiscito romano dell'ottobre 1870.
      La Rivoluzione fascista si proponeva di realizzare ed ha realizzato i principi che furono norma costante della lunga e feconda vita politica di Tommaso Tittoni, Presidente del Senato dal 1922 al 1929, membro del Gran Consiglio, Primo Presidente dell'Accademia d'Italia.

(segue...)