Il Centenario del Consiglio di Stato
(19 agosto 1931)
Con questo
discorso, il 19 agosto, il Duce ha celebrate in Campidoglio il primo
centenario del Consiglio di Stato.
Eccellenze! Camerati! Signori!
Ho voluto che questa cerimonia
fosse particolarmente solenne per le seguenti ragioni: anzi tutto si
celebra un centenario, il primo centenario di una grande Istituzione
dello Stato; in secondo luogo perché il Consiglio di Stato
merita di essere illustrato e onorato giunto alla prima tappa di
questo suo secolare cammino; terzo, per richiamare su di esso
l'attenzione del popolo italiano. Ho voluto che la celebrazione si
svolgesse sul Campidoglio dal quale nel tempo dell'Impero e della
Repubblica si organizzò il dominio militare, politico e
giuridico di Roma. Né e priva di significato la presenza di
tutti i Prefetti del Regno, i quali nelle provincie sono i
rappresentanti diretti dello Stato.
Non ho bisogno di ricordare a voi
— e sarebbe veramente pretesa assurda la mia! — che il
Consiglio di Stato è coevo al sorgere dello Stato. Tutte le
volte che una società nazionale o plurinazionale si organizza
giuridicamente e politicamente — a prescindere dal sistema
politico che darà il nome e il carattere allo Stato: Impero,
Monarchia, Repubblica — si avverte la necessità della
esistenza di un organo che dia dei lumi al Governo, che dia dei
consigli; un organo di «esperti» volendo impiegare questa
parola di moda americana, nel dopoguerra.
Questo si verifica, dal Mille in
poi, in tutte le Nazioni civili dell'Occidente: in Francia, in
Germania, in Inghilterra. Sarebbe assai interessante, ma
esorbiterebbe dai limiti del mio discorso, cogliere analiticamente,
alle origini, la creazione del Consiglio di Stato e seguirne lo
sviluppo e il funzionamento attraverso i secoli nei diversi paesi. Mi
limiterò a dire quello che gli studiosi hanno già
constatato e stabilito, e, cioè, ad esempio, che in Francia il
Consiglio di Stato ha contribuito potentemente, sino dai tempi della
Monarchia, alla organizzazione unitaria del paese. La Rivoluzione
francese trasforma prima, abolisce poi il Consiglio di Stato, ma,
dopo il Termidoro, sotto il Consolato, la Costituzione del 22 brumaio
dell'anno VIII, dichiara che «un Consiglio di Stato sarà
incaricato di redigere i progetti di legge e i regolamenti di
amministrazione pubblica e di risolvere le difficoltà che si
eleveranno in materia contenziosa». Il Consiglio di Stato
segue, quindi, le alterne vicende politiche della Francia: epoca di
splendore con Napoleone; ignorato poscia dalla Carta costituzionale
del 1814; ristabilito pochi mesi dopo, il Consiglio di Stato in
Francia fu oggetto di riordinamento e riforma nel 1831-1833, 1845,
1848 e 1849, quando parve assumere una fisionomia definitiva.
(segue...)
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