Messaggio ai giovani fascisti
(8 ottobre 1931)
Il giorno 8
ottobre, il periodico a Gioventù Fascista» pubblicava il
seguente messaggio del Duce, rivolto ai giovani fascisti nel primo
annuale della fondazione dei Fasci giovanili di combattimento.
Giovani Fascisti!
Ecco due parole che rimbombano nei
cuori e riempiono di fierezza le generazioni che ascendono nella
nuova Italia voluta dalle Camicie nere.
Giovani e quindi ardenti,
impetuosi, alieni dai calcoli prudenti e dalle prudenze calcolatrici,
giovani e quindi liberi nello spirito non ancora attanagliato dalle
necessità della vita e soprattutto ansiosi dell'avvenire nel
cui grembo è l'evento che crea la storia.
Fascisti e quindi militi di un
grande esercito, portatori e trasmettitori di una fede consacrata che
trova nei giovani la garanzia del suo sviluppo e della sua durata.
Fascisti e quindi inquadrati, disciplinati, dissimili dagli altri che
non combattono, già pronti ad assumersi la responsabilità,
disposti all'obbedienza e consapevoli di un preciso dovere da
compiere.
I Fasci Giovanili di Combattimento
da me decisi or è un anno, organizzati vigorosamente dal
segretario del Partito, comandati da un ardito, fascista della
vigilia e della Risoluzione, che non ha accantonato l'ardimento ma
dell'ardimento vive e nell'ardire opera, i Fasci Giovanili di
Combattimento appaiono, alla soglia dell'anno decimo, come una delle
creazioni più felici del Gran Consiglio del Fascismo e sono in
pieno rispondenti agli obbiettivi per cui li volemmo.
Come non sorridere di compatimento
dinanzi a coloro che non vedono come in queste formazioni sia
contenuta la «potenza», che attende il punto sul quale
farà leva? Come non sentire che queste formazioni danno al
Partito e al Regime il grande privilegio di non cadere nella semplice
amministrazione, come è il destino di tutti i regimi nei cui
tronchi le linfe periodicamente non si rinnovino? Come non
comprendere che la gioventù porta nella vita il dono della
poesia e l'offerta dell'entusiasmo, senza del quale gli spiriti si
accartocciano e le rivoluzioni stagnano?
(segue...)
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