Il Duca d'Aosta
(13 novembre, 3 dicembre 1931)


      Il 13 novembre, S. E. Mussolini, Capo del Governo ha commemorato, alla Camera dei Deputati, Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d'Aosta.

      Le parole testé pronunciate dal Presidente di questa assemblea, parole nelle quali voi avete sentito vibrare la commozione del vecchio combattente al ricordo del suo Condottiero, interpretano certamente il vostro sentimento, quello del Governo ed il mio.
      La scomparsa del Duca d'Aosta fu veramente un lutto per la Nazione. I soldati della Terza Armata, che lo avevano visto per lunghi indimenticabili anni loro Capo e camerata nelle doline del Carso, tra S. Michele e l'Hermada o sulle rive del Piave, rivissero quei momenti che furono epici sino ad essere sovrumani. Le memorie fecero groppo alla gola quando i fanti superstiti seppero che Colui che li aveva guidati nelle battaglie alla Vittoria, aveva scelto la Necropoli di Redipuglia per dormire tra i suoi Caduti, a scolta delle frontiere inviolabili, il sonno dell'eternità.
      Non meno profondo fu il dolore del Popolo, che nel Duca d'Aosta ammirava le virtù tradizionalmente sabaude del Principe e del cittadino, l'uno e l'altro pensosi, sempre e soltanto, delle sorti della Patria. L'anima del Duca Emanuele Filiberto di Savoia rifulge e non soltanto per quanto di grande Egli, in pace ed in guerra, compié durante la sua giornata terrena, ma si rileva non meno fulgida nel suo testamento spirituale che gli italiani, finché l'Italia sarà — nei millenni — conserveranno come un documento sacro per tutte le generazioni avvenire.
      L'uomo che aveva visto morire falangi di giovani, si avvicina alla morte sereno e consolato, col pensiero riconoscente rivolto a Dio, al Re, al Principe, alla Famiglia. Anche in questo graduare di sentimenti vi è l'anima diritta del Soldato, che non si oblia, soprattutto nell'ora suprema.

(segue...)