Ai vincitori del Concorso Nazionale del Grano
(7 dicembre 1931)


      Il 7 dicembre, al Teatro Argentina in Roma, il Duce ha premiato i rurali vincitori del Concorso Nazionale del Grano e ha pronunciato il seguente discorso:

      Camerati rurali!
      Questo è il nostro settimo rapporto nazionale. Il mio discorso non può avere tutti gli anni un particolare rilievo: più importanti sono i premi che fra poco avrò il piacere di consegnare ai migliori agricoltori italiani e più importante ancora e tale da essere additato come esempio all'intera Nazione è lo sforzo dei rurali, il progresso della loro tecnica, la loro imperturbabile tenacia, ingagliardita e non delimitata dalle difficoltà del momento. Sulle quali non voglio in alcun modo soffermarmi. Troppo si è parlato sulla crisi, fiumi di parole, montagne di carta: la conclusione è che la crisi continua in tutta l'economia mondiale.
      Sulle cause di essa, sui suoi caratteri, sui suoi effetti e soprattutto sulla durata, si può dissertare all'infinito. L'essenziale è invece di domandarsi: che cosa ha fatto nell'anno nono il Governo fascista, per sorreggere l'agricoltura italiana, che è e rimane la base della nostra economia?
      A questo interrogativo è necessario rispondere perché mi sono convinto che la memoria di molti, di troppi italiani è veramente di una deplorevole labilità.
      Per sostenere il prezzo del grano, il qual prezzo, nei mesi immediatamente dopo il raccolto, era mondialmente precipitato ad un prezzo fra venti e quaranta lire al quintale, il Governo fascista ha preso tempestivamente due provvedimenti che hanno avuto una considerevole efficacia; il decreto legge del 10 giugno 1931, che faceva obbligo ai mugnai di macinare grano nazionale nella misura del 75 per cento; obbligo che i mugnai, con lodevole senso di disciplina e comprensione del momento, hanno nella loro grande maggioranza perfettamente rispettato, come è dimostrato dalle importazioni di grano straniero che nei mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre, sono state irrilevanti: quintali 1.256.746, contro quintali 8.580.213 dello stesso periodo del 1930.

(segue...)