(segue) Ai vincitori del Concorso nazionale del grano
(7 dicembre 1931)
[Inizio scritto]
Tengo a dichiarare fin da questo
momento che tale obbligo di macinazione del grano nazionale permarrà
nel prossimo come negli anni venturi, salvo la percentuale che sarà
stabilita in relazione alla entità del raccolto. Quando verso
la metà di agosto, ho veduto che, nonostante tale obbligo, i
prezzi scendevano, ho con decreto legge del 16 agosto, aumentato il
dazio da 60 a 75 lire il quintale.
In queste ultime settimane i
prezzi del grano all'interno non sono stati eccezionali, ma in
relazione a quelli di altri paesi, possono considerarsi
soddisfacenti.
Un altro cereale troppo trascurato
in base a demagogici pregiudizi, è stato oggetto di misure da
parte del Governo fascista; parlo del granoturco, per il quale, con
decreto legge del 21 agosto, il dazio di entrata è stato
portato da 4 lire a 30 al quintale.
Un prodotto agricolo la cui
situazione minacciava di diventare cronica, cioè il riso, che
interessa fondamentalmente l'economia di alcune importanti zone della
valle del Po, ha attirato l'attenzione del Governo fascista. Il
decreto legge del 2 ottobre 1931 ha creato l'Ente nazionale risi, che
è ben diretto, ha cominciato a funzionare egregiamente ed è
costituito su tipica base corporativa.
Come vi ho detto altre volte,
l'odierna cerimonia è un esame di tutta l'agricoltura
italiana. Passiamo quindi dopo il pane, al vino, dopo il grano,
all'uva. Anche qui il Governo fascista ha agito, con la legge 6
gennaio per l'impianto di cantine sociali ed enopoli, colla legge 11
gennaio concernente i vini tipici, dei quali ben 11 sono già
stati definiti. Un punto dolente della situazione è sempre
quello del bestiame, ma posso confermare che tra qualche settimana al
massimo anche in questo settore si faranno sentire le decisioni del
Governo fascista.
(segue...)
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