(segue) Ai vincitori del Concorso nazionale del grano
(7 dicembre 1931)
[Inizio scritto]
Non vi parlerò di altri
provvedimenti concernenti la frutticoltura, la pesca e la caccia, né
mi attarderò a illustrare l'attività sempre più
benemerita della Milizia forestale.
Avrei molte cose da dire sulla
sperimentazione agraria, che va sempre più perfezionandosi e
sull'organizzazione commerciale, che, da Messina a Verona, sta
creando impianti sempre più efficienti e moderni. Ma ricorderò
che nella riforma dei tributi locali, l'agricoltura è stata
sgravata di circa 400 milioni nel vino, grazie all'abolizione
dell'addizionale, che la tassa bestiame è stata ridotta della
metà e che le sovrimposte sui terreni sono state alleggerite.
Ecco una cosa che i cittadini, cioè gli abitatori delle città
o tutti devono ricordare. Non basta: per venire incontro agli
agricoltori indebitati, e tuttavia benemeriti, il Governo fascista ha
varato la legge sui debiti onerosi, della quale potranno beneficiare
circa 1300 aziende; e la legge in data 15 maggio 1931, riguardante
gli agricoltori benemeriti, attraverso la quale già 170
aziende hanno tratto giovamento e salvezza.
Con tutto ciò, il Governo
fascista, non crede di avere acquistato il diritto alla gratitudine
eterna degli agricoltori italiani, né di avere risolto la
crisi. Ben lungi da ciò. Occorrono misure di portata ben più
vasta, ma la rievocazione ha soltanto lo scopo di far constatare che
il Governo fascista ha energicamente agito e non soltanto su questo
settore, malgrado le difficoltà generali, nonostante la
siccità che ha distrutto i raccolti minori, ma tanto
importanti per l'alimentazione dei contadini e anche per il reddito
delle aziende.
L'agricoltura italiana anche
nell'anno nono ha velocemente camminato. Ma quel che più mi
interessa di sottolineare è il fenomeno del disurbanamento,
che comincia in molti paesi del mondo, non esclusi gli Stati Uniti,
per cui molti illusi, che, abbacinati dalla città, avevano
abbandonato la terra, cercano di ritornarvi quantunque la cosa sia
estremamente difficile.
(segue...)
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