(segue) Enrico Corradini
(11 dicembre 1931)
[Inizio scritto]

      La guerra voluta e combattuta dalla parte migliore del Popolo italiano veniva a consacrare il trionfo di uno dei postulati che aveva infiammato nel primo decennio l'animo di Enrico Corradini, cioè la dimostrazione della capacità militare del Popolo italiano, la sua resistenza a sostenere un lungo sforzo guerresco e quindi il naufragio totale e definitivo di tutta quella falsa letteratura, debilitante ed in massima parte importata, secondo la quale l'Italia avrebbe dovuto seguire perennemente la troppo prudenziale e suicida politica del piede di casa.
      Era fatale che nel 1922 si ripetessero gli incontri del 1915. Enrico Corradini, fondatore e creatore di un movimento che tanta parte aveva avuto nel primo quarto di secolo della storia nostra, comprese che il suo movimento, rimasto sempre minoranza, doveva ormai sfociare nel vasto fiume del Fascismo, nel quale confluivano tutte le masse dei combattenti e delle nuove generazioni e quelli che, battezzati dalla guerra, non avevano mai conosciuto la politica e i partiti, fiume che aveva travolto, con la Rivoluzione dell'ottobre 1922, tutta la vecchia classe politica italiana.
      Enrico Corradini fu sostenitore e attuatore della fusione tra Nazionalismo e Fascismo operatasi necessariamente e lealmente nel 1923. Nessuno più di Lui meritava la retrodatazione della tessera. Egli non era soltanto del 1919. ma del 1896, non solo fascista della prima, bensì della primissima ora.
      Enrico Corradini partecipò quindi, alla vita del Partito e del Regime. Fu gerarca e gregario fedele e disciplinato, membro del Gran Consiglio, componente della Commissione dei 18, collaboratore assiduo a tutta l'opera legislativa del Regime. La Milizia volontaria lo volle a suo Caporale d'onore in riconoscimento solenne di quanto aveva osato e compiuto in difficili tempi.
      Altri in altra sede dirà di Lui come letterato, giornalista, drammaturgo, uomo politico. Mi sia concesso solo di porre in rilievo l'importanza Sua di pensatore. Pochi scrittori politici possono stargli a fianco e per solidità costruttiva delle idee e per conoscenza della Storia e per la forma semplice e maschia della Sua esposizione, doti queste che in particolare rifulgono nel Suo ultimo libro, sintesi delle Sue concezioni, che ha per titolo: «Unità e Potenza delle Nazioni». In questo libro le nuove generazioni fasciste troveranno larga messe di ispirazioni all'amore della Patria e una severa norma di vita. Poco fa il nome di Enrico Corradini fu evocato con l'appello che il rito fascista esige. Al «Presente!», gridato dalle Camicie Nere di Roma, hanno fatto spiritualmente eco le Camicie Nere di tutta Italia.

(segue...)