(segue) Torino
(28 maggio 1932)
[Inizio scritto]
Come per il passato, così
nell'avvenire, Torino riprenderà ancora.
Un'altra ombra c'è nel
quadro torinese ed è la decadenza della natalità,
decadenza che non fa certo onore alla città che ha per stemma
il toro, simbolo della fecondità. È triste leggere che
nell'ultimo trentennio, non solo la popolazione di Torino non è
aumentata, ma è diminuita, perché le bare hanno
superato le culle di ben 5374 unità. La popolazione di Torino
è aumentata soltanto per effetto della immigrazione. Finita
questa immigrazione, se non vi sarà un aumento di natalità,
Torino vedrà, anno per anno, diminuire il numero dei suoi
abitanti, sino al giorno in cui intieri quartieri della città
saranno vuoti e si chiuderanno le scuole — come è
avvenuto a Berlino — per mancanza di scolari, che non sono...
nati.
Torino divide con Bologna, Firenze
e altre minori città dell'Alta Italia, tale primato negativo.
Al paragone, la Francia è un popolo a natalità
sviluppata e crescente. Ma su questo essenziale argomento, che è
di carattere e portata generale, sarà ripreso in altra sede
ulteriormente il discorso. Siamo certi che il Podestà Thaon di
ReveI adotterà le misure necessarie per almeno frenare il
fenomeno prima che sia troppo tardi.
Il rapido esame della relazione
Thaon di Revel invoglierà i torinesi a leggerla e anche gli
italiani in genere, i quali sentono che tutto quanto concerne Torino,
interessa per profonde ragioni politiche, economiche e sentimentali,
anche la Nazione.
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