Discorso agli ufficiali
(27 agosto 1932)
Il 27 agosto 1932,
al termine delle grandi manovre svoltesi nell'Umbria, agli Ufficiali
riuniti a rapporto nella piazza di Gubbio, il Duce pronunciava il
seguente discorso:
Signori Ufficiali!
Con questo grande, ma tuttavia,
breve rapporto, le manovre dell'anno decimo hanno il loro compimento.
Queste manovre, da me ideate ed ordinate, riservando la necessaria
autonomia ai comandanti dei due partiti, in questa zona montuosa,
frastagliata, in mezzo a questa popolazione fiera e gentile, della
cui ospitalità avete avuto prova; queste manovre, dico, hanno
pienamente risposto al loro scopo. Manifesto la mia soddisfazione al
Ministro della Guerra, al Capo di S. M. dell'Esercito, al Direttore
delle manovre, ai Comandanti dei due partiti, agli Ufficiali di tutte
le armi, con particolare menzione di quelli richiamati, che, con
molto entusiasmo, hanno abbandonato le loro occupazioni politiche,
amministrative e della Milizia, per venire tra voi ai vecchi posti e
coi vecchi gradi.
Quindici anni di studi attenti
delle discipline militari e cinque anni di effettiva direzione dei
Ministeri della Guerra, della Marina e dell'Aeronautica mi danno
diritto di affermare che le grandi manovre non sono soltanto utili,
ma necessarie; non soltanto necessarie, ma sono indispensabili ed
insostituibili. Naturalmente, alle grandi manovre, che si chiamano
così, perché escono dai limiti normali, non si può
chiedere la risoluzione di problemi di alta strategia. La strategia,
del resto, non è che un aspetto della politica. Non si può
immaginare una strategia avulsa dalla direttiva politica di un grande
Stato. Ma è soltanto attraverso le grandi manovre che si può
saggiare la dottrina a contatto della realtà. È un
conto valicare i monti e attraversare i fiumi sulla carta, e un conto
è cimentarsi con le inevitabili difficoltà del terreno
e della vita delle truppe. Ma, soprattutto, le grandi manovre sono
utili per saggiare la tempra morale degli uomini, per vedere come
rispondono, come sanno trarsi d'impaccio, quale sia la loro prestanza
fisica, quale il loro rendimento morale.
(segue...)
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