(segue) Piccola Intesa e pace europea
(13 aprile 1933)
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Sono dunque sei razze diverse.
Queste sono le cifre ufficiali e può darsi che abbiano
falcidiato il totale delle minoranze.
La Romania è più
compatta, dal punto di vista razza; accanto ai romeni, che
rappresentano il 75 per cento della popolazione, ci sono aliquote
minori di magiari, tedeschi, ucraini, ebrei, bulgari, turchi,
zingari. Quanto alle religioni siamo dinnanzi allo stesso panorama:
accanto alla maggioranza rappresentata dal 69 per cento di
greco-ortodossi, c'è un 31 per cento rappresentato da
greci-uniti, cattolici, protestanti, ebrei, maomettani.
La Jugoslavia è ancora più
mosaico. I serbi non sono che il 52 per cento; l'altro.48 si divide
tra croati, sloveni, tedeschi, magiari, albanesi, romeni, italiani,
ebrei. Quanto a religioni, i greco-ortodossi sono il 47 per cento, i
cattolici il 39 e successivamente vengono i musulmani, i protestanti,
gli ebrei.
Quando la Piccola Intesa si
proclama «Quinta grande Potenza» essa non può
evitare di sottomettersi all'esame del mondo e l'esame dà i
risultati che sono venuto esponendo. Anche dal punto di vista
militare, la «Potenza» della ex-Piccola Intesa non deve
essere sopravalutata. Mobilitare cinque o sei milioni di uomini non
significa avere ancora un esercito comune, capace di battersi e di
conseguire il successo. Il panorama delle dieci razze che esistono
nei tre Stati si riverbera nella composizione delle loro forze armate
e nel loro ipotetico rendimento, tenuto conto che in tutti i tre
Stati le razze in minoranza combattono contro la egemonia della
maggioranza. La «Quinta grande Potenza europea» non
esiste quindi, se non come protocollo o tendenza politico-letteraria;
vista da vicino la «Quinta grande Potenza» non è
che la Piccola Intesa di una volta, che è salita sopra un
tavolo verde per aumentare la sua statura.
(segue...)
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