Oriente e Occidente
(22 dicembre 1933)
L'ultimo discorso
dell'anno 1933 va oltre i limiti della vita nazionale e di quella
europea, e tocca con spirito nuovo quel problema dei rapporti fra
l'Oriente e l'Occidente che nell'ultimo decennio aveva, più
intensamente che nel passato, occupato lo spirito dei maggiori
pensatori e polemisti politici del tempo nostro. L'occasione venne
offerta al Duce dal Primo Convegno di studenti d'ogni parte dell'Asia
— cinesi, giapponesi, indiani, persiani, afgani, siamesi,
arabi, siriani ecc. — nella sala di Giulio Cesare in
Campidoglio, il 22 dicembre 1933. Il Duce, parlando agli studenti
asiatici, prospettò in modo nuovo il complesso problema,
lanciando ancora una volta da Roma il più vasto ed alto
appello allo spirito civile e alla solidarietà umana.
Sono lieto di salutare in Roma, su
questo colle dove si è svolta tanta parte della storia della
civiltà, i convenuti alla prima adunata di studenti di tutte
le Nazioni dell'Asia.
Questa vostra venuta non è
priva di significato. Ricordo che qualcuno disse, e che molti dopo di
lui, ripeterono: «East and West will never meet». Questa
affermazione è smentita dalla storia. Venti secoli or sono
Roma realizzò sulle rive del Mediterraneo una unione
dell'occidente con l'oriente che ha avuto il massimo peso nella
storia del mondo. E se allora l'occidente fu colonizzato da Roma, con
la Siria, l'Egitto, la Persia, il rapporto fu invece di reciproca
comprensione creativa. Questa unione fu il motivo fondamentale di
tutta la nostra storia. Da essa sorse la civiltà europea.
Questa deve oggi ritornare universale, se non vuole perire.
L'unità della civiltà
mediterranea, che era oriente ed occidente, creata da Roma, è
durata per molti secoli. Poi i traffici, deviati verso altri mari,
l'afflusso dell'oro, lo sfruttamento di ricche regioni lontane furono
la condizione di nascita di una nuova civiltà a carattere
particolaristico e materialistico, civiltà che fu situata
fuori del Mediterraneo.
(segue...)
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