(segue) Oriente e Occidente
(22 dicembre 1933)
[Inizio scritto]

      Da allora i rapporti dell'occidente con l'oriente divennero esclusivamente di subordinazione e si limitarono ai semplici rapporti materiali. Cessò ogni vincolo spirituale di collaborazione creativa. Si formò e si diffuse l'opinione di un'Asia nemica dell'Europa, mentre, in realtà, si trattava di una particolare mentalità formatasi in certi Paesi di Europa, che era incapace o indifferente a comprendere l'Asia. Per essa l'Asia era solo un mercato di manufatti, una fonte di materie prime
      Questa civiltà a base di capitalismo e liberalismo nei secoli scorsi ha investito tutto il mondo. Il fallimento di essa si ripercuote perciò in tutti i continenti. Interessa quindi tutti i continenti la reazione contro la degenerazione liberale e capitalistica, reazione che trova la propria espressione nella fede rivoluzionaria del Fascismo italiano che ha lottato, che lotta, contro la mancanza di anima e di ideale di questa civiltà, che, negli ultimi secoli, ha avuto il sopravvento nel mondo.
      Nei mali di cui si lagna l'Asia, nei suoi risentimenti, nelle sue reazioni, noi vediamo, dunque, riflesso il «nostro volto stesso». La differenza è di forma e di dettaglio; il fondamento è il medesimo.
      Oggi Roma e il Mediterraneo, con la rinascita fascista, rinascita soprattutto spirituale, si volgono a riprendere la loro funzione unificatrice. È perciò che la nuova Italia — questa Italia — vi ha qui convocati.
      Come già altre volte, in periodo di crisi mortali, la civiltà del mondo fu salvata dalla collaborazione di Roma e dell'oriente, così oggi, nella crisi di tutto un sistema di istituzioni e di idee che non hanno più anima e vivono come imbalsamate, noi, italiani e fascisti di questo tempo, ci auguriamo di riprendere la comune, millenaria tradizione della nostra collaborazione costruttiva.

(segue...)