Al popolo di Venezia
(26 giugno 1934)


      La sera del 26 giugno 1934-XII, a Venezia, in Piazza San Marco, il Duce parlò al popolo di Venezia per spiegare le ragioni dell'incontro con il Cancelliere Hitler, che era venuto in Italia, per avere, nella Villa di Stra, alcuni colloqui con S. E. il Capo del Governo italiano. In quel momento nulla faceva prevedere i successivi atteggiamenti della politica hitleriana, e l'incontro Mussolini-Hitler, de stava speranze e dava affidamenti all'opinione pubblica Ma-fin d'allora le dichiarazioni del Duce — come si vede dalle parole che seguono — furono improntate ad una linea di assoluto riserbo.

      Camicie Nere!
      Undici anni sono passati dal giugno del 1923, quando io vi rivolsi la mia parola in questa stessa piazza. Erano passati appena cinque anni dalla fine della guerra.
      Venezia ed il Veneto portavano ancora i segni delle loro ferite. (Applausi). Un anno appena era passato dal giorno in cui le generazioni di Vittorio Veneto avevano preso alla gola la vecchia classe dirigente — che aveva dimostrato durante la guerra e dopo, la sua incapacità politica — ed avevano aperto le grandi strade per l'avvenire del popolo italiano. (Applausi). Anche allora mi giunse da questa piazza l'urlo della vostra fede (voci: «Sì!») il grido della vostra passione. (Applausi). Vi erano una speranza ed una certezza.
      Oggi, dopo undici anni, questa certezza è diventata più profonda, è il patrimonio inalienabile di tutto il popolo italiano. (Acclamazioni vivissime). Tutto ciò ha richiesto una solida organizzazione di partito, un inquadramento di tutti i lavoratori, poiché noi abbiamo fatto la Rivoluzione con il popolo e per il popolo (applausi vibranti e prolungati), e fatiche e sacrifici. Oggi, dopo undici anni, il popolo italiano è compatto come un esercito e gli si può rivolgere la dura parola della realtà perché si è sicuri che non ne verrà l'abbattimento degli spiriti (voci altissime: «No! No!»), ma la tensione di tutte le forze. (Applausi prolunganti).

(segue...)