(segue) Dopo le grandi manovre
(25 agosto 1934)
[Inizio scritto]

      Non mai si insisterà abbastanza sull'apporto morale dell'individuo e dei reparti. Tutto quello che giuoca in questo senso è necessario ed è fecondo. Buonissima idea quella del distintivo delle Divisioni, come tutto ciò che distingue, come tutto ciò che può suscitare l'emulazione degli uomini e dei reparti, come tutto ciò che dà a un organismo la nozione sempre più consapevole della propria unità e della propria forza.
      Voi avete visto in quale atmosfera si sono svolte queste esercitazioni. Avete sentito come il popolo, non soltanto delle città, ma anche quello dei villaggi e dei casolari dispersi delle montagne, ha vibrato con voi, con noi tutti. Così è stato in ogni parte d'Italia.
      C'è un cambiamento radicale. Oggi tutti i richiamati portano con entusiasmo le armi e il grigio-verde. Quello che più conta ancora, tutto il popolo, se domani chiamato, risponderà come un sol uomo.
      Vi ricordo che le forze militari rappresentano l'elemento essenziale della gerarchia fra le Nazioni. Non si è trovato ancora niente che possa sostituire quella che è l'espressione più chiara, più tangibile, più determinante della forza complessiva di un intero popolo: e cioè il volume, il prestigio, la potenza delle sue armi, in terra, in mare, nel cielo.
      Signori Ufficiali!
      Tornando alle vostre guarnigioni, alle vostre case, conservate il ricordo di queste esercitazioni che rappresentano una fatica sana, e, sia detto fra parentesi, le giornate del mio riposo. Sono sicuro che ognuno di voi è lieto e fiero di avere compiuto, come sempre, sino in fondo, il proprio dovere.
      Saluto al Re! Saluto al Re! Saluto al Re!

(segue...)