(segue) Italia e Francia
(5 gennaio 1935)
[Inizio scritto]



      Alle parole di S. E. il Capo del Governo, il Ministro Lavai rispose con il seguente brindisi:

      «Signor Presidente,
      «Io vi ringrazio delle vostre parole, che susciteranno in Francia un'eco profonda.
      «Io vi porto il saluto del mio Paese. Sono felice che le circostanze mi abbiano permesso di farvi questa visita di cui avevo — Voi ve ne ricordate — già concepito il progetto nel 1931. «È la voce del mio eminente predecessore, Luigi Barthou che voi avreste dovuto ascoltare oggi; ed è con emozione che io evoco il ricordo di Colui che è caduto servendo la nobile causa che ci unisce.
      «Alcuni giorni addietro, dinanzi al Senato, io ho proclamato la mia fede nel buon successo dei negoziati che avevamo intrapresi. L'accordo dell'Italia e della Francia era necessario. Noi stiamo per sancirlo, per il maggior bene dei nostri due paesi e nell'interesse della pace del mondo.
      «Noi abbiamo voluto regolare delle questioni che ci sono proprie. Noi abbiamo voluto anche ricercare l'armonia delle nostre vedute sui principali problemi della politica generale. Il mondo ha seguito il nostro sforzo con un interesse appassionato.
      «Tutti coloro che sono animati da un'idea di pace hanno oggi gli occhi rivolti verso Roma. Nessuno, infatti, poteva ingannarsi sul vero significato dell'azione nella quale ci siamo risolutamente impegnali.
      «Io parlo in nome della Francia, che non persegue nessuno scopo egoistico. Essa ha la preoccupazione legittima della sua sicurezza, ma essa intende assumere la sua parte nell'opera necessaria di riconciliazione dei popoli.

(segue...)