Dichiarazioni su la vertenza italo-etiopica al Consiglio dei Ministri
di Bolzano
(28 agosto 1935)
Nel mese di agosto
si svolsero imponenti manovre militari a Bolzano e in altre parti
d'Italia. Mentre continuarono le partenze per l'Affrica Orientale
tutta l'Italia appariva animata da un intenso spirito guerriero.
Fuori d'Italia invece continuavano le logomachie giornalistiche;
continuava la gazzarra delle chiacchiere pacifiste con cui si cercava
invano di nascondere il geloso interesse dell'Inghilterra e dei suoi
affaristi. Questa atmosfera preludeva alla seduta ginevrina, indetta
per il 4 settembre, allo scopo di discutere la vertenza
italo-abissina; e già si era parlato di «sanzioni»
da deliberare contro l'Italia.
Il Duce, il 28
agosto 1935-XIII, convocò il Consiglio dei Ministri a Bolzano
— nell'atmosfera guerriera delle manovre — e fece le
seguenti dichiarazioni:
L'Italia si presenterà alla
riunione del Consiglio della Società delle Nazioni fissata per
il 4 settembre.
Si presenterà per porre il
problema abissino in tutta la sua cruda realtà, perché
non solo il Consiglio, ma il Mondo possa finalmente prenderne esatta
cognizione. L'Italia presenterà anzitutto una dichiarazione
che fissa la sua posizione dinanzi al problema etiopico. Seguirà
un memorandum più esteso che sarà la storia politica e
diplomatica dei cinquant'anni di relazioni fra Italia e Etiopia,
nonché fra Italia e Potenze europee confinanti. Sarà
chiaro che, dal trattato di Uccialli in poi, sempre fu riconosciuto
all'Italia un diritto di priorità coloniale sulI'Abissinia.
Questo memorandum sarà accompagnato da una piccola, ma
recentissima e scelta letteratura di scrittori inglesi, germanici,
francesi, che illustrano l'Etiopia, quale essa è nella sua
condizione di coacervo di tribù retrograde e schiaviste, con
un inesistente potere centrale.
(segue...)
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