(segue) Appello agli studenti di tutta Europa
(1 febbraio 1936)
[Inizio scritto]
Nessuna persona d'onore può
dunque in buona fede accusare l'Italia di responsabilità nella
guerra che si minaccia.
L'Italia vuole sicurezza in
Affrica, pace in Europa.
Se le sanzioni saranno estese,
se si marcerà verso la guerra, la gioventù d'Europa
deve sapere sin da ora da qual parte è la terribile
responsabilità.
Perciò intendiamo
lanciare un allarme e un appello alla gioventù universitaria
di Europa. Sono gli studenti che dovrebbero marciare all'avanguardia
dei battaglioni nelle primissime ore del conflitto, e ciò per
la difesa di un capo di schiavisti africani. Sono gli studenti che
dovrebbero per primi, e non i politicanti sanguinari, sfidare la
mitraglia e i gas, per la sublime, nobilissima, umanitaria nonché
ginevrina idealità di impedire che i ceppi dell'ultima
schiavitù africana siano spezzati e che due milioni di schiavi
angariati dai negrieri amhara siano emancipati.
È menzogna che le
sanzioni contro una nobile e generosa Nazione europea siano destinate
ad abbreviare il conflitto coloniale. Esse lo rendono più
aspro. Le vili forniture di proiettili dum-dum ai selvaggi amhara lo
rendono più crudele.
Che le sanzioni significhino la
pace in Europa è mistificazione di criminali. È
mefistofelico inganno di settari, che si ripromettono di
bolscevizzare il continente.
L'embargo terminerà a un
certo momento nel blocco e il blocco sarà la guerra. Non più
una limitata operazione di sicurezza coloniale, ma la guerra di
sterminio in Europa. La guerra sulle Alpi, e sui vari fiumi europei,
la guerra che sarà di vendetta per le sette e di ultima rovina
per il vecchio continente.
Taluni pensano che una guerra di
molti contro l'Italia possa esser facile. Si ingannano. L'Italia si
difenderà con le unghie e coi denti e già da tempo si è
preparata a fronteggiare ogni eventualità.
(segue...)
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