(segue) Il piano regolatore della nuova economia italiana
(23 marzo 1936)
[Inizio scritto]

      L'intervento statale in queste grandi unità industriali sarà diretto o indiretto? Assumerà la forma della gestione o del controllo? In taluni rami potrà essere gestione diretta, in altri indiretta, in altri un efficiente controllo. Si può anche pensare ad imprese miste, nelle quali Stato e privati formano il capitale e organizzano la gestione in comune.
      È perfettamente logico che nello Stato fascista questi gruppi di industrie cessino di avere anche de jure quella fisionomia di imprese a carattere privato che de facto hanno, dal 1930-31, del tutto perduta.
      Queste industrie — e per il loro carattere e per il loro volume e per la loro importanza decisiva ai fini della guerra — esorbitano dai confini dell'economia privata per entrare nel campo dell'economia statale o parastatale. La produzione che esse forniscono ha un unico compratore: lo Stato. Andiamo verso un periodo durante il quale queste industrie non avranno né tempo né possibilità di lavorare per il consumo privato, ma dovranno lavorare esclusivamente o quasi per le forze della Nazione.
      V'è anche una ragione di ordine squisitamente morale che ispira le nostre considerazioni: il Regime fascista non ammette che individui e società traggano profitto da quell'evento che impone i più severi sacrifici alla Nazione. Il triste fenomeno del pescecanismo non si verificherà più in Italia.
      Questa trasformazione costituzionale di un vasto importante settore della nostra economia sarà fatto senza precipitazione, con calma, ma con decisione fascista.
      Vi ho così tracciato su grandi linee quello che sarà domani il panorama della Nazione dal punto di vista dell'economia. Come vedete, l'economia corporativa è multiforme e armonica. Il Fascismo non ha mai pensato di ridurla tutta a un massimo comun denominatore statale: di trasformare cioè in «monopolio di Stato» tutta la economia della Nazione: le Corporazioni la disciplinano e lo Stato non la riassume se non nel settore che interessa la sua difesa, cioè l'esistenza e la sicurezza della Patria.

(segue...)