(segue) Il piano regolatore della nuova economia italiana
(23 marzo 1936)
[Inizio scritto]

      In questa economia dagli aspetti necessariamente vari come è varia l'economia di ogni Nazione ad alto sviluppo civile, i lavoratori diventano — con pari diritti e pari doveri — collaboratori nell'impresa allo stesso titolo dei fornitori di capitali o dei dirigenti tecnici. Nel tempo fascista il lavoro, nelle sue infinite manifestazioni, diventa il metro unico col quale si misura l'utilità sociale e nazionale degli individui e dei gruppi.
      Un'economia come quella di cui vi ho tracciato le linee maestre deve poter garantire tranquillità, benessere, elevazione materiale e morale alle masse innumeri che compongono la Nazione e che hanno dimostrato, in questi tempi, il loro alto grado di coscienza nazionale e la loro totalitaria adesione al Regime. Devono raccorciarsi, e si raccorceranno, nel sistema fascista le distanze fra le diverse categorie di produttori, i quali riconosceranno le gerarchie del più alto dovere e della più dura responsabilità. Si realizzerà nell'economia fascista quella più alta giustizia sociale che dal tempo dei tempi è l'anelito delle moltitudini in lotta aspra e quotidiana con le più elementari necessità della vita.
      È la seconda volta che si riunisce sul Campidoglio l'Assemblea nazionale delle Corporazioni. Qualcuno ha la legittima curiosità di domandare: che cosa accadrà di questa Assemblea? Quale è il posto ch'essa prenderà nell'economia costituzionale dello Stato italiano? A questi interrogativi fu già data una risposta, e precisamente nel mio discorso del 14 novembre 1933 A. XII, al quale annunziavo che il Consiglio Nazionale delle Corporazioni poteva benissimo sostituire e avrebbe finito per sostituire in foto la Camera dei deputati. Confermo, oggi, questo intendimento. La Camera, già promiscua nella sua composizione perché parte dei suoi membri sono anche membri di questa Assemblea, cederà il posto all'Assemblea Nazionale delle Corporazioni che si costituirà in «Camera dei Fasci e delle Corporazioni» e risulterà, in un primo tempo, dal complesso delle 22 Corporazioni.

(segue...)