Elogio alle donne d'Italia
(8 maggio 1936)
L'otto maggio
1936-XIV si svolse in Roma un rito ardente e solenne. I Fasci
femminili e le organizzazioni femminili del P. N. F. avevano voluto
portare il loro tributo di gratitudine al Duce per la conquista della
nuova terra destinata ai nostri figli. Ma con le regolari
organizzazioni convennero spontaneamente Donne d'ogni ceto, animate
da un sentimento profondo di devozione e di fede. Oltre centomila
Donne convennero fra Via dell'Impero, Corso Umberto e Piazza Venezia,
circondate da una folla straripante. Le Madri, le Spose, le Sorelle
d'Italia — che avevano dato il loro continuo, ardente tributo
alla lotta contro le sanzioni — porsero al Duce, a Vittoria
compiuta, il tributo di una manifestazione indimenticabile. Ad esse
il Duce rivolse le seguenti parole:
Sono veramente lieto di
rivolgere a voi, donne dell'Urbe, e con voi alle donne di tutta
Italia, l'espressione della mia profonda simpatia.
La fulgida Vittoria riportata
dalle nostre truppe nell'A. O. si deve all'eroismo dei vostri
figliuoli, dei vostri mariti, dei vostri fratelli, ma si deve anche a
voi, o donne di Roma e d'Italia.
L'Italia fascista, cinta
dall'assedio societario organizzato da 52 Paesi, vi aveva affidato un
compito delicato e decisivo: quello di fare di ogni famiglia italiana
un fortilizio per resistere alle sanzioni.
Con magnifica disciplina, con
patriottismo superbo, voi, o donne, avete assolto a questo compito
che il Regime vi aveva affidato.
La Patria vi tributa la sua
gratitudine, mentre il vostro esempio rimarrà consegnato nelle
pagine della storia italiana.
Non appena il
Duce ha finito di parlare, un grido immenso si leva dalla
moltitudine. Le donne dell'Urbe sventolano bandierine e fazzoletti, e
si abbandonano ad una manifestazione di affetto e di entusiasmo che
non ha sosta e che di attimo in attimo acquista un calore, una
potenza ed un'imponenza sempre maggiori, tanto che ben sette volte il
Duce è costretto ad affacciarsi, sostando ogni volta,
salutando e sorridendo davanti ad un così unanime tributo di
appassionata devozione. Si vedono migliaia di madri che alzano sulle
braccia i bimbi plaudenti, si ode ripetere in coro: «Grazie,
Duce, grazie!». Un Balilla e una Giovane Italiana, che nella
prima fila dell'ammassamento sollevano verso il balcone due fasci di
fiori, vengono fatti salire nel Palazzo perché possano
consegnare personalmente al Duce il loro dono. Anche quando la
vetrata del balcone si chiude definitivamente, l'ondata delle
ovazioni continua a prorompere finché lentamente la fiumana
dell'adunata si trasforma in una sfilata di dense colonne femminili
dirette per Via Quattro Novembre e Via 24 Maggio al Quirinale, la cui
piazza si è in pochi minuti letteralmente gremita.
(segue...)
|