Proclamazione dell'Impero
(9 maggio 1936)
Il 9 maggio
1936-XIV il Duce proclamò l'Impero. La proclamazione avvenne
in Piazza Venezia, alle ore 21.45'. Il Popolo Italiano si adunò,
come il 2 ottobre 1935-XIII e il 5 maggio 1936-XIV, in tutte le
Piazze d'Italia e, attraverso la radio ascoltò — con un
indescrivibile fremito d'entusiasmo — le parole del Duce.
Piazza Venezia, con la grande massa di armati e di fascisti che
occupava tutta la vasta spianata e le vie adiacenti, presentava uno
spettacolo d'imponenza guerriera, che non ha precedenti nella Storia.
L'attesa era ardente, intensa, ma, nel tempo stesso, solenne. La
Piazza era gremita fino dalle prime ore della sera. Alle 21, il Duce
radunò, in una seduta straordinaria, il Gran Consiglio del
Fascismo.
Alle 21.15' il
Duce radunò il Consiglio dei Ministri, che ebbe termine alle
21.25'.
Alle 21.30'
precise le vetrate del balcone di Piazza Venezia si apersero e il
Duce apparve, collocandosi fra la Bandiera nazionale e il Labaro del
Partito. Un urlo unanime, quasi uno scatto collettivo della folla,
accolse la sua apparizione. Egli pronunciò queste storiche
parole:
Ufficiali! Sottufficiali!
Gregari di tutte le Forze Armate dello Stato, in Affrica e in Italia!
Camicie Nere della Rivoluzione! Italiani e italiane in patria e nel
mondo: ascoltate!
Con le decisioni che fra pochi
istanti conoscerete e che furono acclamate dal gran consiglio del
fascismo, un grande evento si compie: viene suggellato il destino
dell'etiopia, oggi, 9 maggio, xiv anno dell'era fascista.
Tutti i nodi furono tagliati
dalla nostra spada lucente e la vittoria africana resta nella storia
della patria, integra e pura, come i legionari caduti e superstiti la
sognavano e la volevano. L'Italia ha finalmente il suo impero, impero
fascista, perché porta i segni indistruttibili della volontà
e della potenza del littorio romano, perché questa è la
meta verso la quale durante quattordici anni furono sollecitate le
energie prorompenti e disciplinate delle giovani, gagliarde
generazioni italiane, impero di pace perché l'Italia vuole la
pace per sé e per tutti e si decide alla guerra soltanto
quando vi è forzata da imperiose, incoercibili necessità
di vita, impero di civiltà e di umanità per tutte le
popolazioni dell'etiopia.
(segue...)
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