(segue) Intervista al Daily Telegraph
(28 maggio 1936)
[Inizio scritto]
Ecco qui appresso il testo
della nostra conversazione:
Può Vostra Eccellenza
dirmi i principi che governeranno la politica italiana per un lungo
periodo nello sviluppo del nuovo Impero?
Questo compito ci terrà
occupati per molte diecine di anni perché il paese è
vastissimo e si deve fare tutto.
Le piccole Potenze
mediterranee vivono ora nell'ombra di una paura che la politica
imperialista italiana possa diventare per esse una minaccia. È
questa giustificata?
Questi Paesi non hanno nulla da
temere, assolutamente nulla. L'Italia ha dei trattati di amicizia con
la Grecia e la Turchia e intende rispettarli.
Un altro elemento di
preoccupazione è dato dal nervosismo che il dominio italiano
sull'Albania crea in Grecia e in Jugoslavia.
La politica italiana in Albania
è chiarissima ed assolutamente lineare. Il suo solo obiettivo
è di mantenere e rispettare l'indipendenza di questo piccolo
Stato che per secoli è stato in amicizia con l'Italia.
Con quali metodi intendete
riportare la fiducia nel bacino mediterraneo? Quale istrumento
internazionale potrebbe essere negoziato per assicurare il rispetto
dello «stato quo» e la libertà di navigazione in
quel mare? Sarebbe l'Italia favorevole ad un Patto delle grandi
Potenze soltanto, o desidererebbe includere tutti gli Stati del
gruppo mediterraneo? Ritiene l'Italia necessaria la limitazione delle
forze navali?
Nelle circostanze attuali, e
fintantoché le sanzioni perdurano, l'Italia non può
prendere e non prenderà alcuna iniziativa politica riguardo ad
un accordo mediterraneo. Ma quando le sanzioni saranno finite noi
esamineremo questi problemi con il desiderio di raggiungere una
intesa e con uno spirito di collaborazione e di pace.
(segue...)
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