(segue) Intervista al Daily Telegraph
(28 maggio 1936)
[Inizio scritto]

      Può l'Italia rassicurare le piccole Potenze mediterranee che essa non serberà loro rancore per la parte che esse hanno fatto negli ultimi dodici mesi?
      Noi non siamo un Popolo incline al rancore ed io stesso lo dimostro dando questa intervista al vostro giornale che è stato così ostile e ingiusto verso la causa italiana. Io spero che questo segnerà l'inizio di una nuova politica da parte del Daily Telegraph.
      Che cosa è la idea dominante per l'organizzazione del nuovo Impero italiano? È esatto dire che nelle linee principali verrà seguito il modello britannico nelle Indie? In questo caso sarà l'Affrica Orientale rappresentata direttamente a Ginevra come lo sono i «dominions» britannici?
      Lo statuto organico del nuovo Impero è in via di preparazione.
      Esiste un progetto di organizzazione di un vasto esercito nero?
      Noi possiamo mobilitare 37 classi di riservisti italiani e questo significa otto milioni di soldati. Non abbiamo quindi alcun bisogno di un esercito nero in Affrica o in Europa.
      Sarà permesso alle altre Nazioni di commerciare con il nuovo Impero ed a quali condizioni?
      Il problema delle relazioni commerciali del nostro Impero con gli Stati esteri è ancora allo studio, ma troveremo per questo una soluzione moderata e tollerante.
      Resterà capitale Addis Abeba o verrà la capitale trasportata più vicina all'Eritrea?
      La capitale sarà Addis Abeba.
      È desiderabile che vengano iniziate conversazioni colla Gran Bretagna e la Francia per regolare le relazioni fra l'Impero italiano e i territori vicini?

(segue...)