Dialogo con i giovani fascisti
(11 ottobre 1936)
Un periodo di
silenziosa attività aveva preceduto, come si è detto,
il Discorso di Avellino; un altro periodo di silenzio lo segue. Tutto
il mese di settembre è occupato da una serie di provvedimenti
politici, economici, militari, destinati a porre sempre più la
Nazione sul piano dell'Impero. Si hanno poi le ampie relazioni del
Duce al Consiglio dei Ministri del 5 ottobre — concernente i
provvedimenti su la lira — e del 10 ottobre. In quest'ultimo
Consiglio dei Ministri il Duce fa sapere alla Nazione e al mondo che
la nostra preparazione militare è potentemente intensificata:
1200 fabbriche di munizioni sono controllate dallo Stato e lavorano
intensamente con un orario speciale di 60 ore settimanali; 140
milioni di lire sono assegnati per la costruzione di nuovi aeroporti
militari; nuove fabbriche sorgono per costruire motori per
l'aviazione, ed i cantieri lavorano per accrescere il tonnellaggio
della nostra Marina militare — mentre l'organizzazione
dell'Armata coloniale è un fatto compiuto.
All'indomani di
queste dichiarazioni — che giungono nel momento in cui a
Londra, colla riunione del Comitato per il non intervento in Ispagna,
S. E. Dino Grandi, nel nome del Governo fascista, respingeva
energicamente le insidiose accuse del Rappresentante sovietico —
si celebra a Roma il Sesto Anniversario dei Fasci Giovanili. La
celebrazione ha un carattere prettamente guerriero: a Roma, nella
Piazza d'Armi dei Parioli sfilano alla presenza del Duce tredicimila
Giovani Fascisti, che svolgono le loro esercitazioni militari alla
presenza di una folla enorme di oltre centomila persone. Alla fine
della manifestazione guerriera il Duce rivolge ai giovani le seguenti
parole:
Giovani
Fascisti!
Vi
tributo il mio elogio per il modo brillante col quale avete manovrato
e vi elogio anche per la disciplina di cui avete dato prova in questi
giorni, durante i quali la pioggia vi ha tormentato.
(segue...)
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