Discorso di Avellino
(30 agosto 1936)
Mentre
proseguono le Manovre, il Duce alterna la cura delle cose militari
con la visita alle popolazioni. Il giorno dopo, 28 agosto 1936-XIV,
Egli è a Muterà, ed esalta le folle acclamanti con le
sue brevi, incisive parole. Esprime al Popolo di Matera, laborioso e
prolifico, la sua viva simpatia e ricorda come le necessità di
Matera siano state sempre presenti al Regime, che ha elevato la città
a capoluogo di provincia.
Soggiunge che,
se molto per questa terra è stato già fatto nei 14 anni
di Regime, molto deve essere ancora fatto e promette che sarà
compiuto nella necessaria successione dei tempi.
Il Duce conclude
il suo acclamatissimo discorso affermando che l'Italia, blocco di
volontà e di ordine, tiene fede al trinomio, divenuto oramai
viatico: «autorità, ordine, giustizia». Quindi,
passando dalla Lucania all'Irpinia, il Duce — al compimento
delle grandi manovre — tiene in Avellino, il 30 agosto
1936-XIV, il gran rapporto delle Forze Armate. L'ora è
solenne. Le manovre si sono concluse con la vittoria del partito
comandato personalmente da S. A. Reale e Imperiale il Principe di
Piemonte. Alla presenza del Re e del Duce i fanti compiono una grande
manovra di fuoco. E alla sera, alle 19, S. E. il Capo del Governo
parla alle Forze Armate e al Popolo dell'Irpinia radunato, dalle
campagne più lontane, dai casolari dispersi e dai villaggi,
nella Città di Avellino.
Questo discorso,
ascoltato alla radio da tutta Italia, suscita un entusiasmo
frenetico, fra gli ascoltatori presenti e lontani, desta un impeto di
commozione in tutto il Paese. Esso è un discorso fondamentale
per la Storia della Nazione: segna un punto cruciale negli sviluppi
attivi della conquista imperiale e si rivolge all'avvenire.
All'affermazione dell'opera compiuta da tutto il Popolo Italiano si
aggiunge la ferma promessa di continuare nello stesso stile del tirar
diritto che ha portato alla conquista dell'Affrica Orientale, alla
Vittoria contro le sanzioni, alla nascita dell'Impero, redentore di
popoli, suscitatore di civiltà, creatore della nuova Storia di
Roma.
(segue...)
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