(segue) Crepuscolo
(13 giugno 1937)
[Inizio scritto]
Malgrado le «confessioni»
si stenta a credere che uomini saliti a tali posti di comando e di
responsabilità, abbiano potuto «tradire» e nei
termini precisati dalla sentenza di condanna. Nessun dubbio che
questa condanna è un altro indice segnalatore della crisi
mortale che il bolscevismo attraversa non soltanto in Russia, ma
ovunque esso sia riuscito ad appestare dei poveri cervelli di
primitivi o degli intellettuali degenerati.
Il dilemma da cui non si sfugge è
il seguente: o questi alti ufficiali dell'esercito rosso sono degli
autentici traditori, e allora che cosa pensare, che cosa penserà
l'armento umano che, in Russia, si chiama proletariato, di un
esercito socialista, nel quale i generali e i marescialli fanno la
spia, tollerano il sabotaggio dei materiali e lavorano in
collaborazione col nemico eventuale di domani e preparano —
essi, capi dell'esercito socialista — il ritorno dei
capitalisti e dei latifondisti? (Quest'ultima accusa è
veramente paradossale). Una tremenda crisi di sfiducia è
destinata a impadronirsi dell'animo di tutti i quadri alti e bassi
dell'armata rossa. A chi si può credere più? Il
comandante di oggi non sarà il traditore di domani? Questo
«marcio» moscovita, al paragone del quale quello di
Danimarca è un'olezzante aiuola di sboccianti gardenie, non
può essere soltanto in alto, ma deve ramificarsi fino ai gradi
minori. Se così è, come non è stato possibile
avvertirlo prima? Quali sotterranee solidarietà lo impedivano?
Non minore ripercussione disgregatrice deve verificarsi nei quadri
dell'armata rossa, se si profila l'altra ipotesi: che cioè
Tukacevski e i suoi colleghi fossero innocenti, che le confessioni
siano false e che di un solo reato fossero colpevoli: quello di
trozkismo. Ma in questo caso bisogna pensare che i seguaci di Trozki
siano innumerevoli, che essi siano giunti sino alle alte più
delicate cariche e che per questo solo siano stati votati allo
sterminio. Ma Trozki non si proclama ancora comunista, anzi
l'autentico interprete del pensiero di Lenin? E non è stato
Trozki il fondatore dell'armata rossa e come tale osannato —
fino a pochi anni fa — come il preparatore della rivoluzione
mondiale bolscevica che le baionette dell'esercito rosso avrebbero
portato ai confini della terra?
(segue...)
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