Alle popolazioni della Sicilia
(10-20 agosto 1937)
Il 9 agosto
1937-XV il Duce s'imbarca a Gaeta sulla nave «Aurora» e
il giorno seguente sbarca a Messina. Ha inizio il viaggio in Sicilia.
Da quattordici anni l'isola lo attende. Il primo viaggio risale al
giugno 1923-I.
Ora Messina
risorta per Sua volontà vuole dimostrargli il suo animo
riconoscente.
Città
marinara, non gli ha approntato una tribuna ma una sorta di prora
grigia di torpediniera. Su questa prora il Duce sale, mentre la folla
gli grida la sua fede; e il grido a lungo dura fin ch'Egli fa segno
di voler parlare. Egli dice:
Dopo 13 anni sento nel vostro
grido la passione inesausta che vi anima, sento nel vostro grido il
saluto di tutto il popolo siciliano. Col cuore schietto io ricambio
il vostro saluto e vi comprendo tutti. I siciliani che vivono nelle
altre provincie del Regno e dell'Impero, tutti i siciliani che
tengono accesa la fiamma dell'italianità sulle rive del
Mediterraneo e i siciliani che oltre Atlantico, rivelando le qualità
fondamentali della nostra razza, sono giunti sino alle più
alte magistrature di quella grande repubblica.
Il Duce prosegue dicendo che egli
si riserva di pronunciare a Palermo, a manovre ultimate, un discorso
conclusivo di natura politica, ma che egli sin da ora desidera fugare
alcuni allarmi intempestivi e assurdi che ancora offuscano
l'orizzonte e afferma che il suo viaggio ha scopi pacifici e
costruttivi.
«Io sono venuto per
constatare quello che si è fatto, ma soprattutto per vedere
quello che resta da fare.»
Afferma che gli ultimi
baraccamenti ancora esistenti a Messina dovranno assolutamente essere
scomparsi per la data del 28 Ottobre 1939, epoca nella quale dovrà
essere inaugurata anche la nuova stazione marittima e terrestre: che
Messina deve vivere del suo mare e della sua terra rapidamente
ricondotta alla sua antica fertilità. Conclude dicendo che,
come sempre, il Regime manterrà scrupolosamente le sue
promesse ed è sicuro di contare sulla fedeltà della
gente siciliana così come essa sa di poter contare sul Regime.
(segue...)
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