(segue) Il capestro di Dèmos
(3 dicembre 1937)
[Inizio scritto]
Noi non saremo mai «intimoriti»
da queste minacce insulse, ma prendiamo atto, mettiamo debitamente a
verbale questi delicati propositi di «strangolamento»,
questo democratico capestro che ci dovrebbe soffocare.
L'articolo del giornale americano
è un contributo involontario, ma formidabile alla nostra
battaglia per l'autarchia.
Quello che fermenta nel basso
ventre obeso delle democrazie, come loro programma, è lo
«strangolamento» economico, l'asfissia, il blocco, la
fame per i popoli che non mangiano cinque volte al giorno. In ciò
si rivela una profonda viltà, perché tale forma di
lotta, più che i combattenti, tocca il popolo inerme.
Discutere ancora sull'utilità
dell'autarchia davanti a siffatte manifestazioni, più che
ridicolo sarebbe criminale. Alla minacciata guerra economica, di
blocco o di fame, i popoli degni di questo nome sono costretti a
rispondere nell'unico modo possibile: con la preparazione tempestiva
e integrale degli spiriti e delle armi.
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