(segue) Per l'uscita dell'Italia dalla Società delle Nazioni
(11 dicembre 1937)
[Inizio scritto]
NON PER QUESTO NOI ABBANDONEREMO
LE NOSTRE FONDAMENTALI DIRETTIVE POLITICHE, TESE VERSO LA
COLLABORAZIONE E LA PACE. NE ABBIAMO NEI GIORNI SCORSI FORNITO UNA
LUMINOSA PROVA, CONSACRANDO LA PACE NELLE ACQUE DELL'ADRIATICO.
LE VOCI MINACCIOSE CHE DI QUANDO
IN QUANDO SI LEVANO E FORSE PIÙ ANCORA SI LEVERANNO DAI
BRANCHI DELLE GRANDI DEMOCRAZIE (la folla fischia rumorosamente) CI
LASCIANO PERFETTAMENTE INDIFFERENTI. NIENTE DA FARE CONTRO UN POPOLO
COME QUELLO ITALIANO, CAPACE DI QUALSIASI SACRIFICIO. ABBIAMO LE ARMI
DEL CIELO, DELLA TERRA E DEL MARE: NUMEROSE E TEMPRATE DA DUE GUERRE
VITTORIOSE. MA ABBIAMO SOPRATTUTTO LO SPIRITO EROICO DELLA NOSTRA
RIVOLUZIONE, CHE NESSUNA FORZA UMANA AL MONDO POTRÀ PIEGARE
MAI.
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